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La crisi del Siderurgico

«Indotto Ilva, niente stipendi nè tredicesime»

La denuncia di Pagano (Pd)

Ex Ilva

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«Quest’anno centinaia e centinaia di lavoratori dell’indotto non si vedranno corrispondere stipendio e tredicesima per una situazione che è andata ben oltre ogni ragionevole limite. Quanto comunicato ai sindacati dalle imprese metalmeccaniche dell’indotto dell’ex Ilva è la prova definitiva della completa incapacità dell’esecutivo Meloni di gestire la crisi in corso». Così, in una nota, il parlamentare del Partito Democratico, Ubaldo Pagano, che stigmatizza il comportamento del governo: «Continua a perdere tempo e ad assecondare i desiderata del socio privato di Acciaierie d’Italia», dice l'esponente dem.

Per Pagano, «in più di un anno di legislatura a Taranto si sono fatti soltanto passi indietro: ci sono più dipendenti in cassa integrazione e il miliardo del PNRR per la decarbonizzazione è scomparso mentre si continuavano a versare soldi pubblici nelle casse di un socio privato assolutamente disinteressato alle sorti dell’acciaieria».

Per il parlamentare pugliese del Pd, «il governo deve intervenire immediatamente per ricomporre la crisi. Se lo Stato non si attiva subito per assumere il controllo dell’ex Ilva, a morire definitivamente non sarà solo uno dei più grandi poli siderurgici d’Europa ma anche tutta l’economia del territorio ad esso legata, con conseguenze sociali catastrofiche. Il Ministro Fitto, che ha gravissime responsabilità, riuscirà a mettere l’orgoglio da parte e fare marcia indietro prima che tutto ciò accada?».

Il futuro del Siderurgico resta quindi in bilico, ed anche i sindacati aspettano risposte. "Il governo decida di assumere il controllo di Acciaierie d'Italia, estrometta Mittal e affidi ad un altro partner industriale il futuro della gestione dell'ex gruppo Ilva" è l'ultimatum che Fim Fiom e Uilm hanno inviato a Palazzo Chigi in attesa del nuovo confronto convocato dalla presidenza del Consiglio per il 20 dicembre prossimo, alla vigilia di quella che dovrebbe essere, dopo 3 rinvii consecutivi, l'assemblea risolutiva per Acciaierie d'Italia e il futuro, oltre che della produzione del gruppo anche di circa 20 mila lavoratori, tra diretti e indiretti.

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