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Il Siderurgico

Acciaierie d'Italia, nuova "fumata nera"

L'assemblea dei soci a Milano

Acciaierie d'Italia

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Ancora una "fumata nera" dall’assemblea di Acciaierie d’Italia chiamata a decidere del futuro dell’ex gruppo Ilva. L’assemblea è stata aggiornata al prossimo 6 dicembre, e questo nonostante si fosse parlato di «passi avanti» nel corso della scorsa riunione, tenutasi il 23 novembre. Il nuovo aggiornamento rende l’idea di quanto complessa sia la discussione sul futuro di Acciaierie d’Italia, a partire dalle criticità dello stabilimento più grande, quello di Taranto.

«Questo Paese deve decidere se l’acciaio lo vuole o no: credo che sia fondamentale avere l’acciaio e quindi spero in una soluzione positiva, perché Acciaierie d’Italia è un asset strategico per il nostro Paese» erano state questa mattina le parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a margine dell’assemblea di Confindustria Genova, parlando dell’assemblea dei soci di Acciaierie. «Molte delle catene di fornitura del valore aggiunto dipendono dalla fornitura dell’acciaio di Taranto e ovviamente anche degli altri siti produttivi - ha aggiunto Bonomi -. Quindi io spero che si trovi una soluzione che vada nella giusta direzione non solo per Acciaierie d’Italia ma per tutta la manifattura italiana».

«Il Governo sta decidendo di svendere il futuro del paese. Lo stanno spegnendo volontariamente» quanto dichiarato invece da Franco Rizzo, esecutivo Confederale Usb, e Sasha Colautti, esecutivo nazionale e responsabile industria Usb, in una conferenza stampa. L’Unione Sindacale di Base sta organizzando a Taranto una manifestazione nazionale ed altre iniziativa di mobilitazione.

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