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L'intervista

Le edicole cambiano: più servizi per i cittadini

Antonio D’Incesso, nuovo segretario del Sinagi, il sindacato degli edicolanti:

Antonio D’Incesso nella sua edicola al rione Tamburi

Antonio D’Incesso nella sua edicola al rione Tamburi

Se pensiamo all’edicola come chiosco per l’esclusiva vendita di giornali e, al massimo, di figurine Panini, significa che siamo rimasti indietro nel tempo. La realtà è profondamente cambiata. Le edicole vecchio stampo sono ormai in via d’estinzione. Da una parte la crisi, durissima, dall’altra l’opportunità di cambiare pelle e sostanza.

«A Taranto-città le edicole sono cinquantadue, circa ottanta nel resto della provincia». A disegnare questa mappa è Antonio D’Incesso, il nuovo segretario provinciale del Sinagi, l’organizzazione sindacale degli edicolanti associata a Cgil e Slc, subentrato all’ex segretario Tommaso D’Anza. «Le ragioni della crisi - spiega D’Incesso a TarantoBuonasera - sono negli aggi bassissimi e nell’elevato costo delle utenze». Ieri c’è stato lo sciopero a Roma per chiedere l’aumento degli aggi sulla vendita dei giornali. Ma è proprio dalle crisi che possono sorgere nuove opportunità. Cambiando, appunto. «La nostra proposta - afferma D’Incesso - è quella di mutare strategia: fare delle edicole un vero e proprio punto di incontro, di ritrovo dei clienti.

Come? Con l’offerta di nuovi servizi: pagamento utenze, delle tasse comunali, del bollo auto e ancora ricariche telefoniche, abbonamenti Netflix, giochi elettronici, eccetera. Abbiamo lanciato anche iniziative di carattere sociale, abbiamo infatti aderito alla campagna di solidarietà del panettone per la ricerca della Fondazione Veronesi. Così possiamo diventare un punto di riferimento. Avevamo anche un accordo col Comune per il rilascio di certificati anagrafici, ma siamo stati bloccati per le norme sulla privacy». I contributi dello Stato non sono sufficienti, ragione in più per inventare nuove formule e nuove offerte di servizi: «Nel 2022 abbiamo percepito un contributo fino a tremila euro, confermato per il 2023 ma non ancora erogato».

Naturalmente, questo nuovo approccio richiede anche locali più strutturati. «Sì, infatti. Oggi funzionano molto meglio le edicole nei locali commerciali, il chiosco è troppo piccolo per offrire questa gamma di servizi e infatti sono proprio i chioschi a chiudere». Ma c’è un altro problema col quale le edicole devono fare i conti e questo è già più difficile da risolvere: la mancanza di ricambio generazionale. «La maggior parte degli edicolanti - ammette D’Incesso - è anziana e, per dire, c’è chi ha difficoltà a gestire un computer». Una condizione che frena l’auspicata innovazione dei servizi da offrire all’utenza. Bisogna quindi rivolgersi ai giovani: «Ma i ragazzi non sono particolarmente attratti da questo tipo di attività. La giornata di un edicolante è faticosa: Si comincia alle 5.30 con l’arrivo delle merci, si restituisce il reso e si mettono a posto i nuovi prodotti. Si chiude alle 13.30 per riaprire alle 16.30 fino alle 20.30. Non ci sono festività, tranne due giorni all’anno: il 26 dicembre e il 16 agosto». Dobbiamo quindi rassegnarci? «No, noi come categoria siamo pronti ad affiancare i ragazzi nell’inserimento lavorativo pur di tenere viva questa attività che, ripeto, proponendosi in modo diverso e offrendo nuovi servizi, può essere una opportunità di lavoro».

Ma oggi cosa si vende di più nelle edicole e, soprattutto, ci sono quartieri dove gli affari vanno meglio rispetto ad altri? La risposta è sorprendente: «Il giro d’affari cambia a seconda delle zone. Vi sembrerà strano ma si lavora di più nelle aree più povere. È un meccanismo sociale: le famiglie meno abbienti tendono a far sentire i propri figli socialmente appagati acquistando loro i gadget del momento, il giocattolo che va più di tendenza. Per quanto riguarda i giornali, invece, il pubblico è prevalentemente anziano. I giovani puntano sulle riviste di elettronica che magari parlano dei giochi della playstation. Un caso a parte è “Cioé”, un sempreverde che ha un pubblico di giovanissimi attratto degli idoli del momento».

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