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L'appello
16 Novembre 2023 - 06:41
La sede di Taranto dell'Università
La notizia dell’atto di indirizzo della Regione Puglia per lo stanziamento di 52 milioni di euro per il reclutamento di professori e ricercatori per il futuro Dipartimento Biomedico jonico a Taranto non può che riempire di gioia chi, come il sottoscritto, da tanti anni ormai segue le vicende universitarie per la città jonica, anche in ruoli da protagonista.
Proprio lo stanziamento di risorse regionali così importanti, tuttavia, deve far avviare una riflessione seria e propositiva per la presenza universitaria a Taranto in prospettiva di una università di Taranto.
Cerchiamo di fare il punto sulla situazione universitaria a tutt’oggi.
Dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro attualmente noi abbiamo:
- Dipartimento jonico Taranto con 6 corsi di laurea e circa 60 docenti strutturati (laurea magistrale a ciclo unico Giurisprudenza; laurea triennale in Scienze giuridiche per l’immigrazione, i diritti umani e l’interculturalità; laurea triennale Economia e amministrazione delle aziende; laurea magistrale in Strategie d’impresa e management; laurea triennale in Scienze e gestione delle attività marittime; laurea magistrale Scienze strategiche marittimo-portuali (interateneo con Politecnico di Bari).
- Dipartimento di Chimica Bari (laurea triennale in Scienze ambientali);
- Dipartimento di informatica Bari (laurea triennale in Informatica e comunicazione digitale);
- Dipartimento di Medicina veterinaria Bari (laurea triennale in Scienze delle produzioni e delle risorse del mare);
- Dipartimento di Informatica (laurea magistrale in Sicurezza informatica).
Area Medica:
- Professioni sanitarie (Corso di laurea in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro; Corso di Laurea in Fisioterapia; Corso di Laurea in Infermieristica anche presso scuola sottufficiali).
- Corso di laurea in Medicina e chirurgia;
- Corso di laurea magistrale in Scienze e Tecniche dello Sport.
Politecnico di Bari:
- Lauree Triennali (Ingegneria civile e ambientale; Ingegneria dei sistemi aerospaziali; Ingegneria industriale e dei sistemi navali; Ingegneria informatica e dell’automazione).
- Lauree magistrali (Ingegneria elettronica; Ingegneria meccanica; Ingegneria per l’ambiente e il territorio).
Come si può notare si tratta di una offerta formativa importante e qualificata anche in linea con le “vocazioni” del territorio jonico.
Ora, però, come anticipavo occorre fare una riflessione sul futuro dell’università a Taranto.
Innanzitutto, c’è da dire che non partiamo dall’anno zero perché, come abbiamo visto, c’è già una buona presenza di corsi di laurea. È da questa premessa che bisogna partire. Il discorso sull’università va contestualizzato alle politiche dello sviluppo di Taranto e della sua provincia.
L’amministrazione comunale è impegnata nell’Ecosistema Taranto, ovvero nella transizione della città verso orizzonti produttivi non solo legati alla grande industria, ma anche turistici, culturali, enogastronomici, mobilità sostenibile.
Insomma, l’amministrazione comunale, in primis il Sindaco Rinaldo Melucci, punta ad una città green, smart, altamente tecnologica e soprattutto vivibile e godibile.
Le politiche di sviluppo dell’area jonica hanno bisogno di personale altamente qualificato che possa accompagnare questo itinerario con scelte oculate e qualificate.
Già per questo è ovvio ribadire che la presenza universitaria è fondamentale. Ma non solo per questo.
Si, c’è dell’altro e non è da trascurare. Le indagini dell’Istat mettono in evidenza la fuga dei giovani dal Sud, neanche Taranto, purtroppo è esente da questo fenomeno migratorio. Trattenere i giovani, qualificarli, è ineludibile per una Città che voglia strutturalmente progredire.
La presenza universitaria sempre più massiccia a Taranto non può che favorire il permanere di giovani in Città. Se i giovani restano a Taranto non solo possono essere protagonisti del cambiamento, ma possono anche ridare senso di comunità, di appartenenza e soprattutto di proiezione nel futuro vivendo bene il presente.
Inoltre, la presenza dell’Università favorisce la crescita culturale, apre spazi di confronto, dà margini di dibattito sempre più ampi. E come non vedere poi la necessità di una osmosi continua tra alta formazione e amministrazione della cosa pubblica.
I giovani qualificati entrano con regolari concorsi nelle amministrazioni pubbliche, offrendo il loro apporto e migliorando i servizi ai cittadini.
Se tutto questo è vero, allora bisogna impegnarsi perché la presenza universitaria a Taranto sia sempre più numerosa con i corsi di laurea. Ma non basta!!! La comunità tarantina deve pretendere una propria università. Sì, Taranto è uno dei pochi capoluoghi di provincia con quasi 200 mila abitanti a non avere una propria università. È arrivato il momento di non accettare più discorsi al ribasso.
L’appello per una università di Taranto da realizzare da qui a qualche anno è rivolto a tutte le forze politiche locali sia di maggioranza sia di opposizione.
La richiesta per una università di Taranto è una battaglia di civiltà. Non ci si deve tirare indietro da parte di nessuno.
Come fare? La mia proposta è che si costituisca un comitato tecnico-scientifico che elabori un progetto di università per Taranto e che lo sottoponga alle forze politiche. Sarà la cartina di tornasole per valutare chi veramente ha a cuore le sorti di una comunità come quella tarantina che per anni è stata sacrificata sull’altare di una produzione strategicamente utile all’Italia, ma spesso dannosa per la salute pubblica.
Mi auguro che questo appello non cada nel vuoto e che si apra un dibattito
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