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La decisione
16 Novembre 2023 - 06:22
Una Rsa pugliese - archivio
«Messa alle strette la Regione comincia a ragionare ma continua a sbagliare. Finalmente dopo anni e le note proteste la Regione ha capito che è impossibile per una Rsa avere tutto il personale assunto dal primo giorno e dopo la irragionevolezza di qualche tecnico, ha fatto prevalere la politica disponendo che almeno in fase di avvio di una RSA i requisiti si riducono del 50% ma continuando a evitare la differenziazione dei requisiti tra soggetto autorizzato e accreditato continuando a imporre criteri incostituzionali che ledono la libertà di impresa».
Così Antonio Perruggini, Presidente dell'Associazione di Categoria Welfare a Levante
«La Regione ha introdotto - precisa Perruggini -, una prescrizione generalizzata senza alcuna graduazione risultante dal bilanciamento tra i legittimi interessi in gioco escludendo la possibilità per le RSA di prestare la propria attività in armonia con gli indici di produttività che sono fondamentali per le gestioni ove in assenza di occupazione dei posti letto non è possibile sostenere il relativo costo del personale. Avere il 50% di riferimento con l’obbligo di assumere invece tutto il personale una volta che si supera questa soglia è irragionevole oltre a tradursi in un limite evidente contro la libertà di iniziativa di impresa.
Al tempo stesso la Regione “confessa” nella DGR che “già al gennaio 2019 (data di emanazione dei Regolamenti per le RSA) le strutture erano adeguate ai requisiti prescritti” e allora ci chiediamo per quale motivo non ha adempiuto alla conferma delle autorizzazioni e degli accreditamenti già da allora? Quali e quanti danni finanziari hanno subito le strutture? Vi è stato un arricchimento indebito?
Insistiamo affinchè si attivi il Tavolo Permanente per adottare il Testo Unico annunciato dall'Assessore Palese per andare a rimuovere con tempestività le criticità senza pregio del Regolamento e porre le strutture effettivamente in diritto di accedere ai loro diritti».
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