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Cronaca

Il Gruppo Pascar non è mai stato gestito dai clan mafiosi

La revoca della confisca disposta dalla Corte d'Appello di Lecce

Importante provvedimento dei giudici

Importante provvedimento dei giudici

I clan non hanno mai messo le mani sulla nota catena di centri commerciali e supermercati Pascar. E’ quanto emerge chiaramente dalla decisione della Corte d’Appello di Lecce di revocare la confisca sull’intero compendio aziendale.

Una decisione, quella dei magistrati, che dopo otto lunghi anni dà ragione alla famiglia Passarelli, la quale ha sempre gestito il Gruppo Pascar. Come detto, la Corte d’Appello di Lecce -  quale Giudice dell’Esecuzione - ha revocato la confisca a suo tempo disposta su Pascar srl di Egidio Passarelli, moglie e figli (terzi estranei al processo) prima dal Tribunale Collegiale di Taranto, poi confermata dalla Corte di Appello di Taranto ed infine dalla Corte di Cassazione, che annullò solo parzialmente la sentenza con rinvio alla Corte di Lecce nel processo in cui era sfociato il blitz antimafia denominato “Feudo”.

L’ultimo provvedimento ha accolto le ragioni difensive della famiglia Passarelli, portate avanti dagli avvocati Antonio Raffo, Carlo Raffo, Gianluca Mongelli e Michele Laforgia, di fatto spazzando via ogni dubbio: non solo disponendo la revoca della confisca disposta con sentenza divenuta irrevocabile, ma soprattutto rigettando l’impugnazione del Procuratore Generale avverso l’iniziale ordinanza della Corte, confermando ancora una volta il proprio provvedimento di revoca della confisca ed ordinando la immediata restituzione di tutti i beni ai Passarelli. Ed è inevitabile allora pensare che, dietro questa vicenda, c’è tutta la preoccupazione e l’ansia di una famiglia che ha vissuto questi otto lunghi anni circa col timore che le proprie ragioni non fossero riconosciute, nonostante la Pascar sia una società sorta nel 1995, e da sempre gestita dai signori Passarelli.

Tra le altre cose, i giudici leccesi Antonia Martalò, Giuseppe Biondi e Luca Colitta nel loro provvedimento hanno evidenziato come  la sentenza che aveva portato alla confisca non riportasse nessuna conversazione o messaggio intercettato tra esponenti malavitosi e la famiglia Passarelli. I quali, da parte loro, sono riusciti nel corso del tempo a far crescere esponenzialmente l’azienda, arrivata a contare ben quattordici supermercati su tutto il territorio della provincia di Taranto ed il centro all’ingrosso Primo Cash.

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