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20 Settembre 2023 - 07:05
Autospurgo ripreso mentre scarica reflui in una condotta dell’Aqp
Sversavano reflui nelle condotte dell’Aqp: sequestri dei carabinieri. I militari della Sezione di Polizia Giudiziaria di Taranto, con il supporto in fase esecutiva dei Carabinieri del Comando provinciale e degli agenti della Sezione di Vigilanza Ambientale - Regione Puglia - Nucleo di Taranto - hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare patrimoniale, emesso dal gippresso il Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per i reati di associazione per delinquere ed attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti speciali.
L’indagine, coordinata dalla Dda salentina e dalla Procura di Taranto, costituisce l’esito di investigazione condotte dai carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria del capoluogo jonico e dagli agenti della Sezione di Vigilanza Ambientale - Regione Puglia - Nucleo di Taranto, focalizzate sul fenomeno delle immissioni illecite di reflui fognari nelle condotte fognarie di proprietà di Aqp da parte di ditte che operano nel settore dell’autospurgo. L’indagine è stata avviata nel dicembre del 2021, dopo che è stato notato uno sversamento di reflui nella rete fognaria da un cosiddetto “bottino”, ad opera di personale di una ditta specializzata nel settore. Le successive attività investigative hanno consentito di scoprire una serie di scarichi illeciti di refluo fognario grazie ai filmati di impianti di videosorveglianza, al monitoraggio con apparecchiature gps dei camion adibiti ad autospurgo ed anche attraverso l’esame dei Formulari rifiuti depositati presso Aqp Taranto.
Numerosi sono i fotogrammi ed i video che immortalano le attività condotte dal personale della ditta di volta in volta chiamato ad effettuare i prelievi da civili abitazioni della provincia di Taranto e i successivi sversamenti nelle condotte pubbliche gestite da Aqp. Nell’attività illecita sono stati impiegati, per diversi mesi, quattro autospurgo della capacità di 40.000 litri, per un totale presunto di 130 tonnellate smaltite illecitamente. Gli indagati secondo l’accusa avrebbero costituito un’associazione a delinquere finalizzata all’effettuazione di più operazioni di ricezione, trasporto e gestione abusiva di rifiuti, sfruttando l’allestimento di mezzi e attività organizzate, allo scopo di conseguire un ingiusto profitto costituito dal risparmio di costi, quantificato, per il solo periodo di riferimento, in oltre 8000 euro, derivanti da quelle modalità di smaltimento di liquami rispetto alle ordinarie procedure, che avrebbero imposto il conferimento dei reflui presso il depuratore. Il provvedimento cautelare patrimoniale, ha consentito di sequestrare tre mezzi, al fine di impedire la commissione di altri reati, nonché di eseguire il sequestro preventivo della somma di 8000 euro.
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