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Il fatto

I cento anni della Provincia nel nome di Leogrande

Le celebrazioni al Palazzo del Governo

I cento anni della Provincia nel nome di Leogrande

I cento anni della Provincia nel nome di Leogrande

Lo scoprimento di una targa metallica nel corridoio prospiciente il salone di rappresentanza della Provincia, operato dal presidente Melucci, ha segnato il via alle iniziative per i cento anni dell’istituzione di quella che si chiamò Provincia del Jonio, poi, dal 1951, Provincia di Taranto.

Sulla targa di rame una breve frase di Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista tarantino troppo presto scomparso: “L’umanità in cammino oltre le frontiere”. La rivendicazione di un ruolo solidaristico e mediterraneo del nostro territorio, come ha ricordato Greta Marraffa, capo di gabinetto della Provincia, nel presentare la breve ma intensa cerimonia; intensa, perché don Antonio Panico, nel benedire la targa, ha anch’egli rievocato il ruolo di Alessandro, alla presenza della mamma del giovane intellettuale. Poi la serata è proseguita nel salone di rappresentanza, dove, a 23 secoli di distanza, con una iscrizione greca che contiene, ahinoi, un errore di ortografia segnalato dal grande Attilio Stazio e purtroppo non corretto quando furono eseguiti i lavori di restauro e ritinteggiatura, dialoga con Alessandro e con noi un altro tarantino dell’esilio, Leonida: “Molto lontano dormo dalla terra d’Italia e dalla mia patria, Taranto. Questo è per me più amaro della morte”, per dirlo nella traduzione di Quasimodo. Un destino di esilio che è stato richiamato dal presidente della Provincia, e sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, nel chiedere un unanime sforzo di istituzioni, enti locali, forze sociali per “fare sistema”, e, anche attraverso il potenziamento dei corsi universitari, bloccare l’emorragia di giovani energie che affligge un territorio che ha purtuttavia grandi opportunità; a partire magari da quei Giochi del Mediterraneo che, anche nella partecipazione di Paesi dai tre continenti del mondo antico, richiamano proprio gli antichi Giochi olimpici.

“Custode di un patrimonio storico e culturale di inestimabile valore, la nostra terra è pronta confrontarsi con le novità e a pianificare il futuro, emancipandosi da logiche socioeconomiche che non rappresentano più un modello da seguire; la Provincia di Taranto – ha dichiarato Melucci – vuole accelerare il passo e creare le premesse per un cambiamento che la renda più attrattiva e capace di affrontare livelli di competizione sempre più alti”. Un breve intervento di saluto del prefetto di Taranto, Demetrio Martino, ha aperto i lavori, alla presenza di quasi tutti i sindaci dei 29 Comuni della Provincia, degli ex presidenti D’Alconzo, Iacovelli, Rana, Florido, Gugliotti, delle autorità civili, religiose e militari e dei rappresentanti del mondo accademico e delle forze sociali. Svuotata di molte competenze, e con un vulnus alla democrazia nel sistema di elezione, da una scellerata, delirante riforma che era il prodromo della programmata soppressione, poi rigettata a larga maggioranza dagli Italiani, la Provincia è un ente intermedio fondamentale nell’architettura dello Stato (molto più delle Regioni, per esempio), tanto che, finalmente – come ha ricordato il presidente Melucci ed hanno confermato nei loro interventi il sen. Mario Turco ed i partecipanti al convegno “Cento anni di terra ionica, tra numeri e prospettive”, nonché nei loro videomessaggi il ministro Calderoli ed il presidente dell’Upi, Unione province italiane, De Pascale – è all’esame del parlamento (in commissione Affari costituzionali del Senato) un provvedimento di riordino delle Province stesse, che rimodula ed amplia le loro competenze e ripristina l’elezione popolare diretta del presidente e dei consiglieri provinciali.

Numeri e prospettive della Provincia di Taranto – che fu istituita in un periodo di grave crisi economica e politica, come è stato ricordato nel convegno – sono stati illustrati, col coordinamento di Stefano Cervellera, responsabile dell’ufficio statistica del Comune di Taranto e docente nell’Università di Bari, da Paolo Pardolesi, direttore del Diparimento jonico dell’UniBA, Pierluigi Toma, dell’Università del Salento, Pietro Iaquinta, dell’Università della Calabria, e Roberto Serra, direttore dell’Upi Puglia. Di particolare la interessa la presentazione, da parte di Cervellera, del lavoro di digitalizzazione di documenti, riviste, bollettini, studi e libri che riguardano storia e statistiche del territorio; un lavoro realizzato dai giovani del servizio civile digitale statistico e messo a disposizione, liberamente e gratuitamente, attraverso il sito internet 100anniprovinciaditaranto.it; una iniziativa encomiabile che mette a disposizione di studenti, studiosi, operatori economici e dei politici stessi una ingente, spesso difficoltosamente accessibile, mole di documenti e dati, indispensabili non solo per la pur necessaria ricostruzione storica del passato recente ma soprattutto per la programmazione realistica, anche a medio ma soprattutto lungo termine, di uno sviluppo concreto e non velleitario.

Come fu fatto, pionieristicamente ma con accuratezza ed ampia visione, fra gli anni ’50 e ’60 per iniziativa congiunta di enti locali (a partire dalla Provincia), istituzioni dello Stato, imprenditoria pubblica e privata e forze sociali, con la costituzione del Consorzio per l’Area di sviluppo industriale che commissionò alla società Tekne uno studio approfondito dello stato del territorio (economico, sociale, culturale, infrastrutturale, sanitario) ed un piano territoriale che purtroppo rimase in parte inapplicato. Ma che resta una lezione imprescindibile su come immaginare, programmare e gestire lo sviluppo in un quadro di democrazia, anche economica, partecipata.

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