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Il progetto Renexia

Agrivoltaico, la sperimentazione in Puglia

L'investimento della società che ha già realizzato il parco eolico offshore a Taranto

agrivoltaico

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Le opportunità per l'agrivoltaico in Puglia, è stato il tema del convegno organizzato da Univerde - la Fondazione di Pecoraro Scanio - Società Geografica Italiana, Coldiretti, Jonian Dolphin Conservation e Renexia, la società che ha già realizzato il parco eolico offshore in Mar Grande, nell'area prospiciente la zona industriale. L'incontro, dal titolo,  “Agricoltura e rinnovabili insieme per la transizione ecologica della Puglia. Le best practice amiche del paesaggio e del mare", si è svolto nella sede di Ketos, il Centro Euromediterraneo del mare e dei cetacei, nella Città Vecchia di Taranto. 
La società Renexia, con il suo direttore generale Riccardo Toto, ha annunciato che sperimenterà in Puglia, su una superficie di circa 1000 ettari, un nuovo sistema di agrivoltaico. L'agrivoltaico, è stato spiegato, si inserisce nei progetti di sviluppo delle energie rinnovabili che Renexia sta portando avanti e costituisce un percorso nuovo, visto che inizialmente l'agrivoltaico non era stato considerato. Attualmente la società è impegnata nel progetto di un grande parco eolico offshore in Sicilia, per il quale si conta di avviare la cantierizzazione nel 2024.

Riccardo Toto

La sperimentazione dell'agrivoltaico, ha detto Toto, interesserà una superficie di 1.000 ettari, attualmente non coltivata, e consisterà nel montaggio di strutture ad un'altezza di 7 metri dal suolo. Questa altezza, evitando il consumo di suolo, vuol far sì che con gli impianti agrivoltaici in funzione, le aree interessate possano continuare ad essere coltivate consentendo anche il transito dei mezzi agricoli. In base ad una stima, il costo di investimento sarebbe pari ad un milione di euro per ciascun megawatt prodotto. I nuovi impianti dovranno soddisfare il bisogno di elettricità delle aziende agricole e saranno anche muniti di dispositivi per l'irrigazione a goccia. Renexia intende partire da terreni non coltivati per coinvolgere poi gli agronomi e verificare sia il possibile impianto di colture, che il coinvolgimento di imprese agricole. È stato fatto l'esempio degli ulivi colpiti in Puglia dalla Xylella, dove con l'agrivoltaico gli agricoltori danneggiati possono ricavare un guadagno in attesa che crescano le nuove piante messe nel frattempo a dimora e l'attività agricola torni a regime.

«Così come abbiamo fatto a Taranto per il parco eolico in Mar Grande, vogliamo coinvolgere per l'agrivoltaico le associazioni dell'agricoltura, i produttori, le comunità interessate perchè l'esperienza fatta sinora ci ha insegnato che la condivisione è molto importante per l'avanzamento di progetti del genere».

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