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La battaglia legale contro lo Stato
19 Luglio 2023 - 14:44
La decisione del giudice
Il tribunale di Lecce ha riconosciuto in favore della moglie e delle figlie di un dipendente civile tarantino del Ministero della Difesa - Marina Militare la somma di 815.000 euro per il risarcimento del danno patito per la perdita del rapporto parentale. Dopo due pronunce favorevoli dei giudici che avevano riconosciuto alla vedova la rendita ai superstiti erogata dall'Inail ed il danno differenziale “jure hereditario” pagato dal Ministero della Difesa, il tribunale di Lecce in composizione monocratica, giudice Viviana Mele ora ha sancito anche il diritto ad ottenere il risarcimento da perdita del rapporto parentale.
Il dipendente aveva lavorato nella base militare di Taranto a bordo dei cosiddetti “pontoni” e delle cisterne impiegate per il trasporto di acqua o di gasolio, nonché in tutte le altre attività attinenti la navigazione. Durante il corso della sua attività lavorativa era stato esposto a polveri, vernici epossidiche, solventi, oli combustibili, polveri metalliche, fumi di combustione dei motori e ad amianto. Le caldaie e le tubature presenti sui pontoni, alcuni risalenti agli inizi del ‘900, erano obsoleti. L'uomo non aveva neanche compiuto il cinquantesimo anno di età quando gli è stato diagnosticato un adenocarcinoma polmonare che, dopo un anno di malattia, ne ha causato il decesso nell’ormai lontano 2011: da quel momento per la moglie e le figlie si è avviato un faticoso cammino giudiziario, ben quattro cause in cui sono state assistite dagli avvocati Maria Luigia Tritto e Cataldo Tarricone, consulenti legali dell'Anmil.
Mariella Tritto ed Emidio Deandri
«Dopo anni e anni di udienze questa esemplare sentenza – ha detto Emidio Deandri il tarantino vicepresidente nazionale Anmil – rende finalmente giustizia a un lavoratore che ha contratto sul posto di lavoro una terribile patologia, l’adenocarcinoma polmonare. Peccato che lui, ucciso dalla malattia in giovane età, poco più di 50 anni, oggi non sia qui tra noi per gioirne insieme alla moglie e alle figlie. Soprattutto questa sentenza, grazie alla professionalità degli Avvocati Maria Luigia Tritto e Cataldo Tarricone, vede riconoscere anche il diritto ad ottenere il risarcimento da perdita del rapporto parentale. È vero, sono 815.000 euro, ma non c’è somma che possa risarcire una famiglia della perdita del proprio marito e padre!».
«Quello che più rattrista – ha concluso Emidio Deandri – è vedere lo Stato italiano che, invece di chiedere scusa vergognandosi di quello che è accaduto a un suo lavoratore e pagare senza fiatare, si accanisce per anni in un’inutile battaglia legale prolungando una seconda volta il dolore dei familiari costretti ad aspettare per vedersi riconoscere i loro sacrosanti diritti!»
«Ringrazio i nostri consulenti legali, gli avvocati Tritto e Tarricone – ha poi aggiunto Emidio Deandri – che, con straordinaria competenza professionale, da anni sostengono la battaglia dell’Anmil per la tutela dei diritti di tutti gli invalidi e infortunati sul posto di lavoro, nonché dei lavoratori affetti da malattie professionali».
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