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La storia

Così l’amianto colpisce anche figlie e mogli degli operai

L'allarme lanciato da Contramianto e altri rischi onlus

Polveri killer, l'allarme lanciato da Contramianto

Polveri killer, l'allarme lanciato da Contramianto

Due donne tarantine, nate e vissute nel capoluogo jonico, accomunate dal cancro alla pleura, il tumore provocato con certezza dall’amianto. A raccontare la loro storia è Contramianto onlus che nell’ultimo mese ha ricevuto notizia di due casi di mesotelioma pleurico con storia di esposizione familiare all’amianto.

«Angela ed Elena (nomi di fantasia ma storie vere) sono le due donne vittime del mesotelioma - osserva Luciano Carleo, presidente Contramianto e altri rischi onlus - pagano a caro prezzo il lavoro domestico di casalinghe svolto prima come figlie poi come mogli che le ha esposte all’inalazione delle fibre cancerogene di amianto nello sbattimento delle tute da lavoro prima dei padri poi dei mariti. Ancora una volta donne vittime inconsapevoli dell’amianto. La fonte di esposizione all’amianto delle due vittime ripercorre una storia pressocchè analoga legando le polveri di amianto ai cantieri navali per i padri e al siderurgico per i mariti. Un intreccio di lavori con l’amianto protagonista a bordo del naviglio militare e nell’impianto siderurgico, polveri invisibili e letali portate a casa e condivise con la famiglia» evidenziano da Contramianto.

Due donne tarantine, nate e vissute nel capoluogo jonico, accomunate dal cancro alla pleura, il tumore provocato con certezza dall’amianto.

«Gli ultimi dati relativi ai casi di Mesotelioma in esposizione familiare sono contenuti nel VII Rapporto ReNaM 2021 periodo 1993-2018 e riferiscono in ambito nazionale per Esposizione Familiare 1278 casi il 5,1% del totale di questi 184 uomini e 1094 donne il numero palesemente più consistente ad indicare di quanto maggiore sia stata l’incidenza al femminile di amianto e famiglia. Nello stesso Rapporto ReNaM per la Puglia si registrano per Esposizione Familiare 36 casi di mesotelioma il 3,5% del totale dei mesotelioma pugliesi. Quindi dall’analisi dei numeri le conclusioni confermano che in ambito di esposizione familiare all’amianto i casi di mesotelioma rappresentano una fetta esigua del totale dei casi quindi l’evidenza in Rete Contramianto di questi due ultimi casi di mesotelioma pleurico familiare a Taranto confermano il dramma del territorio jonico dove non solo si sono avute significative esposizioni professionali all’amianto ma i livelli delle polveri cancerogene di amianto sono state talmente elevate in ambito di attività in cantieristica navale Marina Militare e siderurgica Italsider/Ilva da essere state fonte di contaminazione in famiglia. Ad oggi per i casi di mesotelioma per esposizione familiare è riconosciuta una unatantum di 15.000 euro dal Fondo Vittime Amianto Non Professionali. La somma può essere richiesta con istanza all’Inail direttamente dalla vittima, se vivente, o dai suoi eredi in caso di decesso. Possibile anche richiedere il risarcimento del danno da perdita parentale per aver contratto il mesotelioma a causa della esposizione indiretta all’amianto con possibile responsabilità del datore di lavoro - conclude il presidente di Contramianto, Luciano Carleo - qualora questi non avesse impedito il lavaggio delle tute contaminate di amianto di mariti e padri permettendo la diffusione delle fibre cancerogene in famiglia determinando anche dopo decenni l’insorgenza del mesotelioma».

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