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Il caso

Benzene, il Tar sospende l'ordinanza di Melucci

Il 13 luglio udienza di merito

L'ex Ilva

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Il Tar di Lecce ha sospeso oggi l'ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, con la quale il sindaco intimava ad Acciaierie d'Italia di individuare entro 30 giorni le cause dell'aumento di emissioni di benzene e altri 30 giorni per porvi rimedio, pena lo spegnimento dell'area a caldo. Il Tar, nel sospendere l'efficacia dell'ordinanza, ha disposto l'udienza di merito per il 13 luglio.
Il Tar di Lecce si è espresso su istanza dell'azienda, pochi giorni dopo l'ordinanza con la quale il Tar del Lazio aveva dichiarato la
propria incompetenza territoriale e rimandato la questione al Tar di Lecce.  I giudici del Tar del Lazio avevano dichiarato che l'ordinanza del sindaco ha effetto «nell'ambito della sola Regione Puglia, trattandosi di impianto sito nella città di Taranto».
Si tratta, osservano, di «un determinante profilo», per cui «le contrarie ragioni» sollevate da Acciaierie d'Italia, e cioè la
«presenza su tutto il territorio nazionale del gruppo industriale», la «natura strategica dell'impianto di Taranto», i
«possibili effetti economici dell'ordinanza impugnata sul mercato dell'acciaio», non modificano la competenza a decidere, che spetta quindi ai giudici amministrativi del Tar di Lecce.
L'ordinanza del sindaco Melucci risale al 22 maggio ed è fondata sull'aumento delle emissioni di benzene segnalato dalle autorità sanitarie, sebbene l'aumento di emissioni non abbia comportato uno sforamento dei limiti di legge (5 microgrammi per metro cubo di aria come media annuale).

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