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La mobilitazione

La protesta dei pescatori tarantini

Contestate le nuove norme europee

Anche a Taranto scatta la protesta

Anche a Taranto scatta la protesta

A Taranto sono cinquanta i pescherecci a strascico che rischiano di chiudere per le nuove norme comunitarie: per questo, la marineria di Taranto aderisce all’iniziativa promossa da associazioni e sindacati di settore  in programma nei porti italiani domani, venerdì 23 giugno. Una reazione al Piano d’azione dell’Unione Europea, promosso dal Commissario alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius che prevede una forte limitazione della pesca a strascico in tutta Europa entro il 2030, e propone la creazione di ulteriori aree marine protette, «senza considerare l’impatto sociale ed economico su imprese, lavoratori, territori e basandosi su dati scientifici non aggiornati e accurati» dicono Emilio Palumbo (Agci Pesca), Mimmo Bisignano (Lega Pesca), Vincenzo Guarino (Uila Pesca), Lucia La Penna (Flai Cgil) e Antonio La Fortuna (Fai Cisl).

Palumbo, Bisignano, Guarino, La Penna e La Fortuna ricordano che «in Italia la pesca a strascico rappresenta il 20% della flotta totale peschereccia, con 2088 unità, circa 7000 lavoratori, il 30% degli sbarchi ed il 50% dei ricavi. Un settore che in Europa rappresenta il 25% degli sbarchi totali di prodotti ittici ed il 38% dei ricavi, con oltre 7.000 imbarcazioni».

«Mettere in discussione la pesca a strascico significa alimentare il numero delle  importazioni da Paesi, in cui la pesca non rispetta la nostra legislazione in materia di ambiente, sicurezza e lavoro», sottolineano ancora. «Il Piano quindi determinerà da un lato la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti ittici e dall’altro scardinerà tutto un sistema che garantisce la sicurezza alimentare ed un approvvigionamento equo, salutare e sostenibile di prodotti ittici freschi e con alti standard di qualità, che rispettano le regole di tracciabilità e certificazione europea». 

Sono previste inoltre altre norme restrittive, quali la riduzione fino al 40% delle giornate di pesca (GSA 19 che include anche Taranto, 66 giornate di fermo pesca aggiuntivo obbligatorio nel 2023 oltre ai 30 del fermo pesca obbligatorio). Obiettivo dichiarato della mobilitazione è anche ovviamente garantire la continuità lavorativa a lavoratori, cooperative e imprese,  e la prosecuzione di una attività secolare ed identitaria per la città di Taranto».

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