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Il Forum a Manduria

Giorgia Meloni tra ex Ilva, Ucraina e delitto di Seniago. Ecco cosa ha detto

La Presidente del Consiglio ospite di Bruno Vespa

Giorgia Meloni con Bruno Vespa

Giorgia Meloni con Bruno Vespa

«La linea del governo è quella di trovare una soluzione strutturale per l’ex Ilva. La linea è quella di lavorare a una soluzione industriale e su questo ci stiamo lavorando quasi quotidianamente».

Così la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rispondendo alle domande del nostro giornale sulla vertenza Acciaierie d’Italia, al termine del Forum in Masseria con Bruno Vespa. Un appuntamento ormai tradizionale, che nella mattinata di venerdì 9 giugno ha avuto come protagonista proprio il capo del governo.

«Ovviamente - ha detto ancora Meloni a TarantoBuonasera -  lavoriamo per mantenere la presenza dello Stato, però attenzione a credere che il problema industriale dell’Ilva si risolva banalmente affidando la questione allo Stato perché vorrebbe dire rimandare il problema. Invece quello che vorrei fare è trovare una soluzione industriale che mi consenta di sviluppare il ruolo dell’ex Ilva in una dinamica nazionale ed europea di acciaio di qualità. Questo è l’obiettivo per il quale io lavoro».

Duplice omicidio

L’apertura della intervista di Bruno Vespa è emozionale, si rivolge alla «madre» Giorgia Meloni e le chiede un pensiero sull’orrendo omicidio di Giulia Tramontano. «È una vicenda - ha risposto la Presidente del Consiglio - che mi ha lasciato senza fiato. Da madre ho chiamato la madre di Giulia: la prima cosa alla quale penso è la mamma. Mi ha scioccato vedere il video di Giulia e la morte di un bimbo che a sette mesi sarebbe stato in grado di vivere». 

Sui provvedimenti per contrastare la violenza di genere: «Noi possiamo intervenire e interveniamo sul tema del Codice Rosso e sulla violenza contro le donne. Ma la questione è molto più ampia, è culturale. Per questo serve un lavoro di educazione. Nella giornata contro la violenza sulle donne a me piacerebbe portare le vittime che ci sono ancora o i parenti delle vittime che non ci sono più a raccontare la loro vicenda nelle scuole. Bisogna coinvolgere gli studenti, è sulla cultura la grande sfida». 

Sulle iniziative legislative, Meloni si è detta «disponibilissima» al dialogo con parlamentari di tutte le forze politiche e con quanti  hanno lavorato su questa materia. Poi, sempre con riferimento all’uccisione di Giulia,  tocca un tema molto sensibile: «Credo che la pena debba tenere in conto che le vite tranciate sono state due. L’autonomia del bambino portato in grembo è una ipotesi che è già possibile valutare per il giudice e spero che la magistratura dia segnali molto chiari».

La stoccata ad Elly Schlein

Meloni respinge al mittente le accuse di autoritarismo rivolte a questo governo: «So che la preoccupazione della segretaria del Pd è reale, non strumentale, lei è davvero preoccupata, ma la voglio tranquillizzare: il centrodestra da sempre difende le libertà di cittadini, famiglie e imprese, questo noi stiamo dimostrando e gli italiani lo capiscono».

«Se il nuovo corso del Pd è andare dritti sulla strategia che li ha portati alla sconfitta - ha aggiunto -  non sono nessuno per dire di cambiare strategia. Ci si aspettava una destra incapace, impresentabile, isolata a livello internazionale. Tutto questo non è accaduto e chi ha puntato sulla narrazione della destra autoritaria che avrebbe fatto crollare i mercati ha il problema di ripensare la narrazione, ma se vogliono continuare così posso pure essere contenta, facciano pure. Gli italiani giudicheranno, giudicheranno chi difende quelli che impediscono ad un ministro di parlare e di presentare un libro». 

Dalla parte dell’Ucraina

Con Zelensky fino alla fine? «Assolutamente sì. Noi non difendiamo solo il diritto di un popolo ad essere libero e sovrano, noi difendiamo noi stessi: non è vero che se gli ucraini, come qualcuno cinicamente propone, si arrendessero noi avremmo la pace, al contrario noi avremmo la guerra più vicino a casa nostra. Se non difendessimo il diritto internazionale avremmo un mondo molto più insicuro perché stabiliremmo che la forza del diritto verrebbe superata dal diritto del più forte».  

Sulle relazioni internazionali, Meloni si è soffermata anche sui rapporti con Polonia e Ungheria: «Sono democrazie giovani e c’è un lavoro che va fatto per rafforzarle e  accompagnarle, e sono pronta a farlo perché l’Europa non è un club di serie A e b ma soprattutto una civiltà».

Energia africana

Dai controlli delle frontiere alla questione energetica: L’unico modo per gestire i flussi migratori è, secondo la Presidente del Comsiglio, quello di «controllare le frontiere esterne». «Ormai - ha detto -  questa visione è condivisa da altri Paesi europei, anche quelli che sono stati più scettici. La frontiera d’Europa è una, la migrazione illegale va fermata prima che arrivi in Europa e non si può prescindere dalla collaborazione dei paesi di partenza e di transito». Ma c’è un altro aspetto tutt’altro che secondario che attiene ai rapporti con i Paesi delle migrazioni: la questione energetica: «Il piano Mattei per l’Africa è una cooperazione non predatoria. Questi sono paesi dove c’è un potenziale energetico enorme, quindi bisogna rendere queste nazioni autosufficienti e consentire loro di esportare una parte di energia e noi siamo particolarmente interessati perché noi siamo la porta d’ingresso di approvvigionamento energetico verso l’Europa».

L’autonomia responsabilizzata

L’autonomia differenziatana una discriminazione verso il Sud? «Non vengono discriminate le regioni. Si tratta invece di un principio che responsabilizza governatori e classi politiche e può essere malvisto da chi ha mal governato o non è riuscito a spendere i soldi europei».

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