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Mercato immobiliare, i dati dell’Agenzia delle Entrate

Mercato immobiliare

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In Italia, secondo l’Istat, i prezzi delle abitazioni nel terzo trimestre del 2022 mostrano un tasso tendenziale di crescita, +3,0% rispetto al terzo trimestre del 2021. La crescita tendenziale dell’IPAB è da attribuirsi sia ai prezzi delle abitazioni nuove che aumentano del 2,8%, in frenata rispetto al trimestre precedente (era +12,1%), sia ai prezzi delle abitazioni esistenti (che pesano per più dell’80% sull’indice aggregato) che aumentano del 3,0%, anch’essi in decelerazione rispetto al secondo trimestre (era +3,8%). E’ quanto emerge dai dati diffusi dalla Agenzia delle Entrate. L’Osservatorio OMI è uno strumento dell’Agenzia delle Entrate finalizzato a definire il giusto valore degli immobili a fini fiscali, sulla base di rilevazioni statistiche effettuate su molteplici atti negoziali. In sostanza, l’Osservatorio OMI è una banca dati delle quotazioni immobiliari, delle locazioni e delle rendite su tutto il territorio italiano. che le quotazioni immobiliari OMI consistono in stime relative al valore degli immobili e dei terreni. Per quanto riguarda le trattative da privati, tale carattere di stima fa sì che l’acquirente non potrà pretendere l’acquisto dell’immobile al prezzo fissato dall’OMI. Il venditore è infatti libero di stabilire il prezzo in base alle caratteristiche specifiche della casa. Il clima del mercato immobiliare residenziale del IV trimestre 2022 rilevato presso gli agenti immobiliari mediante il Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia15, è così sintetizzabile: il 64,9 per cento degli agenti intervistati ha segnalato una sostanziale stabilità dei prezzi di vendita nel quarto trimestre del 2022, quota in calo rispetto alla precedente rilevazione; il saldo tra giudizi di aumento e riduzione delle quotazioni immobiliari è tornato negativo per la prima volta dal II trimestre del 2021 (a -0,9 punti percentuali, da 4,3 nel III trimestre 2022); la quota di agenzie che ha venduto almeno un’abitazione nel IV trimestre è salita all’87,8 per cento (da 84,3 nel III trimestre), raggiungendo un nuovo massimo dall’inizio della rilevazione nel 2009. Ancora, lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è aumentato per il secondo trimestre consecutivo (all’8,8 per cento, da 8,4 nella precedente rilevazione); I tempi di vendita sono risultati in lieve risalita (a 6,1 mesi da 5,9), pur rimanendo in prossimità dei minimi dall’inizio della rilevazione. Più della metà degli agenti indica come causa prevalente di cessazione dell’incarico a vendere il valore delle offerte ricevute ritenuto troppo basso dal venditore o i prezzi richiesti giudicati troppo elevati dai compratori. È aumentata di 3,3 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione, portandosi al 28,2 per cento (il valore più alto dalla fine del 2015), la quota di operatori che segnalano difficoltà nel reperimento del mutuo da parte degli acquirenti; la quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario è scesa al 65,3 per cento (dal 68,0). Il rapporto fra l’ammontare del prestito e il valore dell’immobile è rimasto su valori elevati, intorno al 77 per cento, pur in calo di quasi 2 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione. Per circa due terzi degli operatori l’andamento dei prezzi al consumo inciderà negativamente sulla domanda di abitazioni e sui prezzi di vendita.
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