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04 Febbraio 2013 - 14:57
TARANTO - Parola all’accusa, nel processo in cui è sfociato il caso del complesso turistico Città del Catalano di Castellaneta Marina. Il centro venne sequestrato il 5 novembre 2007; il gup del tribunale di Taranto Valeria Ingenito ha rinviato a giudizio tre imputati.
Si tratta di Liborio Dibattista, amministratore unico della società proprietaria dell’area in cui sono state realizzate le ville, e i funzionari dell’ufficio tecnico del Comune di Castellaneta Renato Notarnicola e Pasquale D’Alò, tutti imputati per abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva.
Secondo gli inquirenti, per le opere in costruzione sarebbero stati rilasciati diversi permessi senza la preventiva acquisizione dei nulla osta relativi al vincolo paesaggistico e alla valutazione di incidenza, previsti per legge. Le ville, che confinano con il famosissimo campo da golf di Riva dei Tessali, furono acquistate da magistrati, professionisti e sportivi: sono centinaia infatti i proprietari costituitisi parte civile, tra i quali il calciatore Nicola Legrottaglie. Il complesso residenziale si estende su un’area di circa 10 ettari e il valore dei beni sequestrati ammonta a circa 60 milioni.
In un’altra inchiesta è emerso il rapporto non facile tra calciatori tarantini e case di lusso. C'è infatti anche l'ex rossoblu, il pulsanese Angelo Antonazzo, tra le 54 persone il cui nome è emerso in seguito ad alcuni sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza di Francavilla. Le fiamme Gialle hanno apposto i sigilli per sequestro preventivo a 8 ville di lusso con piscina per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro, ubicate al confine tra gli agri di Villa Castelli e Grottaglie.
Tra gli indagati, 25 sono stati raggiunti da avvisi di garanzia. Fra di loro due dipendenti comunali in servizio all’ufficio tecnico, due progettisti, quattro imprenditori edili, cinque proprietari di terreni agricoli, dieci beneficiari delle concessioni edilizie e due notai. L'accusa è di abuso d'ufficio, falso ideologico e lottizzazione abusiva per aver "realizzato ville residenziali di pregio in violazione degli strumenti urbanistici che prevedevano esclusivamente la realizzazione di residenze connesse all’agricoltura. In particolare la guardia finanza ha accertato il rilascio di concessioni edilizie a soggetti privi dei requisiti previsti dalla legge, l’illecito aumento delle volumetrie con lo sbancamento del terreno circostante i piani interrati"’.
Le indagini sono partite nel 2009 su richiesta della procura di Brindisi e hanno visto coinvolte altre 40 persone.
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