Albergatore picchiato a sangue e rapinato: intera famiglia arrestata dai Carabiniueri. All’alba di ieri i militari del Comando provinciale con l’ausilio del Nucleo Cinofili di Modugno, hanno notificato ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Taranto, su richiesta della locale Procura, a cinque persone che rispondono a vario titolo, di estorsione, rapina aggravata e lesioni personali. Sono stati arrestati i fratelli Mario e Santo Scialpi, rispettivamente di ventotto e ventisei anni, la loro madre, la quarantacinquenne Maria Rosaria Fanuli, il compagno di quest’ultima, il quarantunenne Ferdinando Portogallo e il fratello, Marco Portogallo, di trentacinque anni, tutti manduriani. Le indagini sono state eseguite, dal giugno del 2022, dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale, con metodi classici. Hanno sentito testimoni ed effettuato servizi di appostamento. Gli investigatori hanno identificato i presunti autori della rapina e della successiva estorsione anche grazie all’analisi dei loro profili social. Nel pomeriggio dello 24 giugno dello scorso anno, tre degli indagati, armati, due di pistola ed il terzo di un cacciavite, travestiti da netturbini, hanno fatto irruzione nel bungalow dell’albergatore mentre quest’ultimo riposava, lo hanno minacciato urlandogli “omm ‘e m..., dacci il borsello con i soldi” e si sono fatti consegnare un orologio Rolex, altri due orologi di valore, un telefonino cellulare e denaro contante per 4mila euro. Il bottino ammontava a oltre 50mila euro. L’albergatore ha approfittato di un momento di distrazione dei rapinatori e ha tentato la fuga, ma è stato inseguito, raggiunto, scaraventato a terra e colpito ripetutamente con calci e pugni. La “brutale aggressione” condotta con “modalità estremamente violente” (come sottolineato nell’ordinanza del gip), gli ha provocato anche la frattura del polso. La vittima è stata poi condotta al pronto soccorso dell’ospedale “Giannuzzi” di Manduria e giudicata guaribile in 40 giorni. Le indagini hanno consentito di verificare il “piano criminoso” dei presunti autori della rapina e dell’estorsione. Tre degli indagati, infatti, hanno, prima del raid, frequentato la struttura ricettiva come lavoratori dipendenti, “venendo a conoscenza delle abitudini dell’imprenditore”, per poi essere allontanati da quest’ultimo in quanto già noti alle forze dell’ordine. Gli stessi, in possesso delle chiavi dello stabile, avrebbero avuto un ruolo chiave nel furto di sei casse di un sistema di amplificazione, dall’ingente valore economico, compiuto nella metà del mese di giugno, nell’albergo. L’impianto audio sarebbe, poi, stato restituito, con il classico “cavallo di ritorno”, dopo il pagamento di una somma di denaro, durante un incontro programmato qualche giorno dopo. ùQuanto agli arrestati, già noti alle forze dell’ordine, sono ritenuti nell’ordinanza in possesso “di un’allarmante propensione a rendersi responsabili di gravi condotte criminose ed inseriti in più ampi e pericolosi circuiti delinquenziali”. Uno degli indagati, in particolare, avrebbe partecipato alla rapina mentre era in permesso premio. I cinque, difesi dagli avvocati Antonio Liagi e Davide Parlatano, saranno interrogati domani, venerdì 17 marzo.
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