Pur con tutte le riserve che si possono nutrire sulla genuinità di votazioni aperte anche ai non iscritti al partito, dalle primarie del Pd emergono alcuni dati politici non secondari. In Puglia ha vinto Bonaccini, ma la provincia di Taranto è stata quella dove il candidato alla segreteria ha ottenuto la percentuale più bassa della regione. Di converso, la Schlein ha ottenuto quella più alta, bissando il successo ottenuto nei circoli nella prima tornata. Un risultato che dovrebbe indurre ad una profonda riflessione quanti, pur con un notevole spiegamento di mezzi e dall’alto di postazioni istituzionali di massimo rilievo, non sono riusciti a conquistare il cuore di chi ha partecipato alle elezioni. Non si conquistano gli elettori con logiche da vecchi signorotti delle tessere: modalità che appartengono a un modo superato di fare politica che niente ha a che vedere con gli sbandierati modelli culturali di innovazione e transizione. Non a caso in queste settimane sono esplose polemiche nate da situazioni figlie di una modalità retriva di intendere la politica. Da queste primarie esce dunque sconfitto, a Taranto, il tentativo autoreferenziale di imporre leadership che – dal punto di vista strettamente politico - non hanno attecchito sul territorio. E, al netto della guerra delle tessere, il successo schiacciante di Bonaccini in alcuni quartieri cittadini sembra essere solo il frutto del consenso di singole personalità che da anni coltivano il rapporto col proprio elettorato. Di contro, appare significativa la vittoria di Schlein al Borgo, proprio dove si erano alzate le contestazioni più aspre ai metodi attribuiti ai portatori di voti per Bonaccini. Se quello di Bonaccini era dunque il “partito degli amministratori”, allora questo risultato può essere anche letto come l’effetto di scelte di corto respiro che non hanno premiato, nel corso del tempo, qualità, competenze, capacità di dialogo. Sarebbe il caso di ragionarci sopra. Almeno per una questione di mera sopravvivenza politica. Enzo Ferrari Direttore responsabile
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