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Rifiuti pericolosi, cinque indagati

Il sequestro operato dalla Guardia costiera

Il sequestro operato dalla Guardia costiera

La Guardia Costiera ha smantellato un gruppo dedito allo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. L’operazione “Nala” è scattata lunedì quando i militari della Capitaneria di porto hanno posto sotto sequestro, in esecuzione del provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Taranto, due dei più importanti siti, per una superficie di circa 22.000 metri quadrati, in uso ad altrettante società che esercitano, nella provincia jonica, attività di estrazione di materiali da cava e attività di recupero rifiuti. Nell’ambito della stessa operazione i militari hanno posto sotto sequestro un automezzo utilizzato da una ditta di Taranto, che benché sospesa dall’Albo nazionale dei gestori ambientali, continuava a smaltire illecitamente presso i siti posti sotto sequestro tonnellate di rifiuti inerti e pericolosi (materiale bituminoso, mattoni, cemento e anche eternit) derivanti da lavorazioni edili. Smaltimento operato in assenza della necessaria e prescritta documentazione che ne consentisse la corretta gestione o tracciabilità. Nel corso delle indagini, è stato accertato che sovente, gli ingenti quantitativi di materiale edile venivano anche abbandonati nelle campagne della provincia, generando una potenziale contaminazione atteso che i rifiuti rimanevano esposti a qualsiasi fenomeno atmosferico. Le attività investigative, condotte per settimane dal Nucleo di polizia giudiziaria della Guardia Costiera di Taranto, attraverso l’utilizzo di investigazioni di natura tecnica e documentale, hanno consentito, inoltre, di identificare una ulteriore impresa edile che, avvalendosi della collaborazione della ditta di trasporto, smaltiva illecitamente i rifiuti prodotti in diversi cantieri. Cinque le persone indagate per diversi reati di natura ambientale legati alla gestione illecita di rifiuti pericolosi e non (materiale bituminoso, mattoni, cemento e anche eternit) attraverso lo smaltimento di grandi quantità di rifiuti edilizi, quantificabili in numerose tonnellate, che venivano recapitati dai siti di produzione ai siti di conferimento gestiti dalle ditte titolare delle due cave in assenza di documentazione attestante la tracciabilità del rifiuto, andando così a realizzare una vera e propria filiera ecocriminale. “Siamo grati alla Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Taranto, per l’ottimo risultato conseguito con l’operazione “Nala”, a tutela del prezioso equilibrio ambientale della nostra terra”. Così il sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci ha espresso il plauso delle istituzioni rappresentate agli operatori che, attraverso una delicata indagine, hanno posto fine alle attività ecocriminali di trasporto, stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali, che hanno comportato anche il sequestro di alcune aree.”Il presidio costante offerto da tutte le nostre forze dell’ordine - ha aggiunto Melucci - è un bene prezioso per la cittadinanza, perché tutela il bene comune e la leale concorrenza economica, rafforzando quelle prospettive di investimento in rigenerazione ambientale, come parchi e “green belt”, sulle quali stiamo puntando”. Si registra anche l’intervento di Antonio Ciavarelli, delegato Cocer della Guardia costiera. “ I cittadini di Taranto, nota per le tristi vicende ambientali, possono oggi più che mai contare sulla Guardia Costiera a tutela dell’ambiente e del paesaggio- dice- l’operazione disposta dalla Procura acquista ancor più valore per la professionalità espressa dai guardia coste a fronte della scarsità di personale responsabile dei 180 chilometri di costa del compartimento”.
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