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​Tangenti alla Marina, pena definitiva per Pastore​

La Corte di Cassazione ha confermato la pena a due anni e un mese per il sindaco di Roccaforzata Vincenzo Pastore, per la vicenda delle tangenti, collegate agli appalti e ai lavori della Marina militare.

I suoi difensori, gli avvocati Salvatore Maggio e Franco Coppi, hanno ottenuto la sospensione dell’applicazione della pena. Dopo la condanna definitiva la parola ora passa alla Prefettura che potrebbe far decadere Vincenzo Pastore dalla carica di primo cittadino di Roccaforzata come prevede la legge Severino. Un anno fa il giudice Giuseppe Tommasino accolse la richiesta di patteggiamento presentata dai legali del sindaco di Roccaforzata ed emise una condanna a due anni e un mese. Vincenzo Pastore, che tra l’altro è un imprenditore, era stato stato arrestato dalle Fiamme Gialle perchè sorpreso dai finanzieri con l’allora direttore di Maricommi, Giovanni Di Guardo, mentre cercavano di pilotare una gara d’appalto di 11 milioni di euro.

L’arresto di Vincenzo Pastore determinò anche altre misure cautelari tra militari, dipendenti civili della Difesa e imprenditori dell’appalto della Marina, che nella maggior parte dei casi hanno poi confessato al pubblico ministero Maurizio Carbone come il sistema delle tangenti (pari al 10 per cento del valore dell’appalto) sopravvivesse nonostante la prima bufera giudiziaria di un anno prima, quando ci furono altri arresti.

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