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05 Febbraio 2018 - 05:55
«L’azienda era l’amministratore unico; a lui, quale organo monocratico, tutto confluiva e a lui spettava ogni decisione e valutazione, in un rapporto biunivoco esclusivo che a lui legava ogni dirigente apicale. Le interazioni orizzontali tra strutture erano praticamente inesistenti o comunque ridotte al minimo indispensabile, apparentemente sconsigliate. Solo l’amministratore unico era in grado di fare la sintesi dei processi in atto in azienda».
È questa la fotografia scattata nel marzo del 2016 dal commissario Andrea Viero, chiamato dal ministro Delrio a mettere ordine alle Ferrovie Sud Est, l’azienda del Ministero dei traporti al centro di un crac da circa 230 milioni di euro. Un crac che ha portato all’arresto di undici persone. Una su tutte: il tarantino Luigi Fiorillo che delle Sud Est era quell’amministratore unico plenipotenziario descritto nella relazione del commissario. La storia di Fiorillo alla Sud Est è lunga 23 anni. Iniziata nel gennaio del 1993, quando fu chiamato a ricoprire il ruolo di organo amministrativo, e proseguita nel 2001 con la nomina ad amministratore unico.
Dal 2001 al 2015, Fiorillo è stato ininterrottamente alla guida delle Ferrovie Sud Est. E sarebbe stato proprio in questi quattordici anni, sia secondo la relazione del commissario Viero, sia secondo gli atti della Procura della Repubblica di Bari, che le spese di Fse sarebbero andate completamente fuori controllo. A cominciare dalle retribuzioni dello stesso Fiorillo. Dalla ricostruzione parziale fatta dal commissario Viero risulta che Fiorillo abbia intascato a vario titolo, dal 2004 al 2015, qualcosa come 13 milioni e 750 mila euro.
Decisamente niente male per l’amministratore di un’azienda che man mano naufragava nei debiti e offriva un pessimo servizio ai suoi utenti, cioè quei pendolari che per anni hanno sofferto i disservizi di Fse. Il parco macchine era in condizioni deprimenti: dei 27 treni automotori Pesa Atr 220, nel 2016 appena otto erano in totale efficienza; delle 25 carrozze Gredelj ex Db solo tre erano in circolazione. E dei tre automotori Stadler, due non sono mai entrati in funzione mentre uno è tornato a... riposo dopo aver marciato per appena una manciata di chilometri. Tuttavia, mentre i pendolari pugliesi pativano ritardi e inefficienze, Fiorillo non badava a spese. Non certo per il bene dell’azienda, stando a quanto si apprende dagli atti di accusa.
Tra le spese più sfiziose, la bottiglia di vino pagata 2.600 euro all’enoteca Caporanica di Roma. Perché Roma? Perché pur essendo Bari la sede di Fse, Fiorillo dimorava abitualmente nella Capitale, dove «frequentava lussuosi ristoranti e sale da the, ponendo le relative spese a carico della società».
E per gli spostamenti si serviva di autista con rimborsi da 14mila euro al mese, «pur essendo la società dotata di un proprio autista». «Le attività amministrative - è scritto nell’ordinanza che ha portato al suo arresto - venivano svolte da Fiorillo presso lo studio Schiano». E chi è costui? Angelo Schiano è l’avvocato che insieme al suo collega Pino Laurenzi ha fatto parte, tra il 2013 e il 2015, dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie Sud Est. Coloro, insomma, che avrebbero dovuto controllare e che, sorprendentemente, erano destinatari di importanti incarichi di consulenza e assistenza legale. Una commistione di ruoli che dapprima non ha convinto il commissario Viero e poi gli stessi magistrati che si sono occupati di quello che è stato definito «un sistema consolidato di dissipazione delle risorse della società».
Schiano - considerato l’amministratore occulto di Fse - è finito agli arresti, Laurenzi risulta tra gli indagati. Una storia a sé è quella del servizio di inventario e di archiviazione. Due milioni di euro liquidati a Rita Giannuzzi, a suo marito Franco Cezza e al loro figlio Gianluigi Cezza. Tutti servizi in affidamento diretto e una intera famiglia finita ai domiciliari. E poi, tra le altre, c’è la storia del gasolio pagato ad un prezzo del 40% superiore al prezzo di mercato. Un danno patrimoniale che i magistrati hanno stimato in 14 milioni di euro. Per questa vicenda è finito agli arresti anche l’ex assessore regionale ai trasporti Fabrizio Camilli, imprenditore del settore petrolifero. L’epopea di Luigi Fiorillo alle Ferrovie Sud Est è arrivata così al capolinea. Lui con le Sud Est ha viaggiato alla grande, mentre i treni andavano lenti e lento, troppo lento, è trascorso il tempo prima che ci si accorgesse di cotanto sfascio.
Enzo Ferrari
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