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21 Novembre 2017 - 07:10
Avrebbe esploso 9 colpi con la sua pistola di ordinanza in faccia al padre, alla sorella e al cognato.
L’appuntato dei carabinieri Raffaele Pesare, 53 anni, in servizio al Radiomobile della Compagnia di Manduria, ha ucciso così suo padre Damiano, la sorella Pasana e il cognato Salvatore Bisci, prima di tentare il suicidio esplodendo un colpo sotto il mento che lo ha ferito gravemente. Li ha uccisi tutti mentre si trovavano nella stessa stanza. Intanto nelle prossime ore il pm che si occupa del caso, la dott.ssa Maria Grazia Anastasia, conferirà l’incarico al medico legale, dott. Alberto Tortorella, he eseguirà le autopsie, i corpi del padre, della sorella e del cognato di Pesare sono nell’obitorio dell’ospedale Ss. Annunziata.
Il militare è attualmente ricoverato al Policliico di Bari. E’ in comna farmacologico e le sue condizioni sono stazionarie. Ruoterebbe intorno ad un uliveto gestito dai due cognati il movente che sabato scorso ha provocato la strage di via Giulio Cesare, a Sava. Prima di tenare il suicidio il carabiniere ha chiamato i suoi colleghi della caserma di Manduria i quali hanno subito fatto scattare l’allarme. Quando sono arrivati i militari con i sanitari del 118 tutto era stato già compiuto. Il carabiniere è sposato e ha due figli. Anche la sorella del militare, una delle vittime, ha un figlio di 11 anni che al momento della strage si trovava a scuola. Il ragazzo è stato affidato ai parenti. Ieri stesso il carabiniere ferito è stato dichiarato in arresto per omicidio plurimo.
E’ difeso dall’avvocato Lorenzo Bullo. I parenti del cognato, invece, hanno affidato l’incarico all’avvocato Franz Pesare. Due corpi senza vita, vicino ad un tavolo e il terzo, quello della donna, davanti al divano. Il quarto corpo, quello del carabiniere che ha sparato, si trovava fuori, in un piccolo cortile, ferito al volto e alla parte superiore del collo. Sangue e bossoli sparsi per terra.
E’ la scena che si è presentata ai soccorritori entrati nella casa della famiglia Bisci, in via Giulio Cesare . I primi tentativi di soccorso sono stati fatti da una vicina di casa, una infermiera che lavora all’ospedale di Manduria che ha atteso l’arrivo dell’ambulanza e dei carabinieri tamponando con un asciugamano la ferita sul volto dell’omicida. I sanitari del 118 hanno caricato il ferito sull’ambulanza e lo hanno trasportato al vicino ospedale di Manduria. Il carabiniere, che non ha mai ripreso conoscenza, è stato intubato e trasferito nel reparto rianimazione del Policlinico di Bari. La prognosi è riservata ma secondo i medici non correrebbe pericolo di vita. La pallottola è entrata dal collo ed è uscita dalla parte sinistra del naso fratturando le ossa, senza ledere organi vitali.
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