BARI - Un settore in crescita esponenziale. Un settore che si nutre di futuro, ma ha numeri importanti anche nel presente. Il quadro dell’aerospazio pugliese descritto dal Distretto Tecnologico Aerospaziale, il Dta, è chiaro: più di cento organizzazioni pubbliche e private, oltre 1,5 miliardi di fatturato, 7.500 addetti di cui più di 400 i ricercatori ed un valore export, prima della pandemia, di 738 milioni di euro, con un’incidenza sul risultato dell’export nazionale dell’11,9%. Ed è in questo contesto che Grottaglie si candida a diventare la prima vera base spaziale italiana. Proprio Grottaglie si sta già preparando ad ospitare l’edizione 2023 del MAM, il Mediterranean Aerospace Matching. «Il Mam – ha dichiarato recentemente l’assessore regionale allo sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci – è un evento internazionale dedicato all’aerospazio, il primo nel suo genere mai organizzato in Puglia. Rende l’aeroporto di Grottaglie e la Puglia protagonisti dell’aerospazio internazionale ma allo stesso tempo rilancia quello italiano. Si tratta di una business convention con relatori internazionali, multinazionali di settore, alte cariche istituzionali, mondo accademico, startup e pmi innovative nel campo aerospaziale e anche dimostrazioni di volo. L’evento avrà cadenza biennale. La prossima edizione si svolgerà nuovamente negli spazi dell’Aeroporto di Taranto-Grottaglie dal 27 al 29 settembre del 2023 e dovrà essere ancora più internazionale e coinvolgere stakeholder, delegazioni di operatori di settore e anche investitori esteri. Per questo ad agosto abbiamo firmato un accordo attuativo tra Regione Puglia, Enac, Adp e Dta per la creazione del polo dell’aerospazio connesso con l’infrastruttura strategica dell’aeroporto di Grottaglie e la valorizzazione della filiera dell’aerospazio in Puglia. Il prossimo Mam sarà dedicato all’evoluzione del settore dell’aerospazio, con focus sulle tecnologie per sistemi di trasporto senza pilota e sui sistemi di trasporto spaziali». «L’accordo di collaborazione attuativo tra Regione Puglia, Enac, Adp e Dta – ha spiegato Gianna Elisa Berlingerio, a capo del Dipartimento Sviluppo economico della Regione Puglia – impatta su tutto il sistema aerospaziale. Le parti dovranno collaborare, oltre che per il Mam, anche per promuovere azioni per il rafforzamento dell’immagine della filiera dell’aerospazio pugliese sui principali mercati esteri; sviluppare iniziative di promozione economica e marketing territoriale per favorire ed attrarre gli investimenti in Puglia e sviluppare un portafoglio di offerta settoriale. La ricerca, sperimentazione e produzione industriale in tema aerospaziale è fattore abilitante su molte altre tecnologie come il digitale, l’energia, la meccatronica. Per questo rinnoviamo il Mam e lo faremo ogni biennio, perché è uno strumento fondamentale di incontro fra idee, persone, progettualità». Il presidente Distretto Tecnologico Aerospaziale Giuseppe Acierno ha sottolineato che «Il Distretto Tecnologico Aerospaziale si è imposto in questi anni a livello europeo e nazionale come esempio di riferimento nella costruzione di un sistema industriale, tecnico scientifico territoriale. Abbiamo progettato e realizzato negli anni numerose attività raggiungendo risultati che hanno fatto crescere il settore e consolidato l’immagine dell’aerospazio pugliese fuori dai confini nazionali. Il Mam (Mediterranean Aerospace Matching) si aggiunge e consolida questo percorso che ci vede da anni impegnati nella valorizzazione industriale dell’aeroporto di Grottaglie». Un ruolo chiave è anche quello che può avere Aeroporti di Puglia. Così il presidente, Antonio Maria Vasile: «Stiamo dedicando il massimo impegno affinché dopo il successo della scorsa edizione del Mam, il primo grande evento internazionale dedicato all’aerospazio organizzato in Italia, o meglio ancora, nella nostra cara Puglia, l’edizione 2023 possa essere, se possibile, ancor più interessante e qualificata sia per il numero che per l’importanza degli espositori e degli incontri. L’impegno di Aeroporti di Puglia, unitamente a quello di tutti i partner del progetto, ai quali si aggiunge l’associazione “Criptaliae Spaceport”, è far sì che il Mam oltre a essere un momento di incontro e confronto tra tutti gli stakeholder di un comparto sempre più strategico del nostro sistema Paese, sia la chiara rappresentazione di quanto di prestigioso e ambizioso stiamo sviluppando a Grottaglie, ossia fare del nostro aeroporto, che è già un polo di eccellenza internazionale in campo aeronautico, la prima vera base spaziale ita liana». Per Roberto Formaro, direttore della Direzione Programmi dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) «La corsa alla realizzazione degli spazioporti coinvolge molti paesi Europei. L’Italia è ben posizionata e può giocare un ruolo fondamentale a cominciare dai voli suborbitali e dallo spazioporto di Grottaglie. È una grande opportunità che può creare un elemento di grande crescita per la comunità scientifica e la filiera industriale.” E’ Gianluca Lo Bianco, direttore Pianificazione e Comunicazione dell’Enac, a presentare il nuovo soggetto giuridico, “Criptaliae Spaceport”, costituito ad agosto 2022, per la realizzazione e la gestione istituzionale dello spazioporto italiano presso il sito di Grottaglie. L’Associazione ha la finalità di coinvolgere tutti i soggetti istituzionali che si occupano di aerospazio, superando, in positivo, la dualità che sino ad oggi ha contrapposto lo sviluppo della tecnologia civile da quella militare. Consentirà ad Enac, Aeroporti di Puglia e agli altri soggetti pubblici coinvolti di intercettare la domanda di servizi innovativi del comparto aerospaziale, di natura pubblica e privata, nell’ambito della cornice istituzionale centrale (Governo, Enac) e locale (Regione Puglia). “Criptaliae Spaceport” consolida la specializzazione dell’aeroporto di Grottaglie come piattaforma logistica e tecnica integrata. Ma il futuro di un settore come l’aerospazio passa anche dalla cultura, dalla formazione, dall’Univerità. Ed è significativo, allora, che nelle scorse settimane gli astrofisici del Dipartimento Interateneo di Fisica di Politecnico di Bari e dell’Università di Bari, e della Sezione INFN di Bari, siano stati coinvolti nell’osservazione di una colossale esplosione cosmica. Nella seconda metà di ottobre, gli astrofisici di tutto il mondo hanno puntato i loro strumenti in un punto del cielo da cui proviene quello che appare essere il più intenso impulso di radiazione elettromagnetica mai osservato, che ha colpito la Terra domenica 9 ottobre alle 15:15 ora italiana, ed è stato catalogato come un lampo di raggi gamma (GRB), la classe più potente di esplosioni nell’Universo. Quel pomeriggio, un’ondata di raggi X e raggi gamma ha attraversato tutto il Sistema Solare, attivando diversi osservatori su satellite, tra cui i due strumenti a bordo del NASA Fermi Gamma-ray Space Telescope, il Gamma-Ray Burst Monitor (GBM) e il Large Area Telescope (LAT). Moltissimi telescopi di tutto il mondo sensibili a tutte le lunghezze d’onda, dal radio, all’infrarosso, fino alle estreme energie dello spettro elettromagnetico, si sono immediatamente rivolti verso la direzione di origine del segnale per studiarne le caratteristiche. Moltissime campagne di osservazione sono tuttora in corso, ad una settimana dall’esplosione. «Il segnale, denominato GRB 221009A e proveniente dalla direzione della costellazione della Freccia, ha impiegato circa 1,9 miliardi di anni per raggiungere la Terra» - ha affermato la prof.ssa Elisabetta Bissaldi - ricercatrice del Dipartimento Interateneo di Fisica ed associata all’INFN di Bari, responsabile barese del gruppo di ricerca dei GRB in Fermi, che per prima ha coordinato le analisi nella collaborazione Fermi. «Si pensa - ha continuato - che sia il bagliore con cui si è formato un nuovo buco nero nel cuore di un’enorme stella collassata sotto il suo stesso peso. In queste circostanze, un buco nero nascente produce potenti getti di particelle che viaggiano quasi alla velocità della luce. I getti attraversano ciò che resta della stella, emettendo raggi X e raggi gamma». «La luce di questa antica esplosione porta con sé nuove informazioni sul collasso stellare, la nascita di un buco nero, il comportamento e l’interazione della materia a velocità prossime a quella della luce, le condizioni in una galassia lontana e molto altro. Un altro GRB così luminoso potrebbe non apparire per decenni», commenta la dott.ssa Roberta Pillera, dottoranda del corso in Ingegneria e Scienze Aerospaziali del Dottorato Interateneo UniBa e PoliBa ed associata all’INFN di Bari, autrice di una delle prime comunicazioni di FermiLAT . «Secondo un’analisi preliminare, Fermi-LAT ha rilevato l’esplosione per più di 10 ore. Uno dei motivi della luminosità e della longevità dell’esplosione è che, per essere un GRB, si trova relativamente vicino a noi». «A distanza di 14 anni dall’inizio della missione, Fermi continua a stupirci con le sue scoperte», conclude il dott. Mario Nicola Mazziotta, primo ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare della Sezione di Bari e responsabile nazionale del progetto Fermi-LAT. «Questo conferma – conclude - il ruolo fondamentale di strumenti come GBM e LAT che monitorino costantemente l’Universo in banda gamma, ed è anche per questo motivo che la NASA ha recentemente esteso la durata della missione Fermi per il prossimo triennio».
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