Il fuciliere di Marina tarantino Massimiliano Latorre
Un risarcimento. Per quanto ha patito. E per quanto non ha potuto fare in oltre cento, lunghi giorni, vissuti lontano, lontanissimo, in Kerala, accusato di omicidio. E’ la richiesta presentata da Massimiliano Latorre. Il marò tarantino - ultima notizia in questa storia infinita, rivelata da Il Fatto Quotidiano - fa causa allo Stato chiedendo un maxi-risarcimento ancora da quantificare ma che si annuncia milionario per averlo fatto tornare in India dove rischiava la pena di morte. Ma alla base della richiesta di Latorre c’è anche la volontà di essere risarcito per non aver potuto fare carriera, mettere su famiglia e per diversi altri motivi. Per il momento è in corso all’Ordine degli avvocati di Roma la mediazione che precede obbligatoriamente le cause civili. Ma presto potrebbe arrivare anche un’altra causa, da parte dell’altro marò, il barese Salvatore Girone, che con Latorre è stato protagonista di quella che è stata ribattezzata “la vicenda dei marò”. Ad assistere Latorre in questo nuovo inatteso capitolo della vicenda sono Fabio Anselmo, nome noto per essere stato avvocato della famiglia di Stefano Cucchi, e Silvia Galeone. Nel febbraio 2012, oltre dieci anni fa, Latorre e Girone furono accusati dell’omicidio di due pescatori al largo delle coste del Kerala, nel sud-ovest dell’India: i pescatori sarebbero stati scambiati per pirati che assaltavano la Enrica Lexie, petroliera italiana su cui i due marò pugliesi erano imbarcati come nuclei militari di protezione. Per questo vennero arrestati dalla polizia indiana, e da qui nacque la lunga controversia tra Italia e India. I due spararono alcuni colpi di avvertimento in acqua ma alcuni proiettili finirono contro il peschereccio che si era avvicinato alla nave. Questo avvicinamento - il barchino era a meno di cento metri dalla nave - fu scambiato per un assalto vero e proprio. Nel luglio del 2020 un Tribunale arbitrale internazionale ha deciso che i marò dovessero essere processati in Italia, oltre a stabilire un risarcimento, sempre da parte dell’Italia, agli altri componenti dell’equipaggio del peschereccio indiano; il 31 gennaio 2022 i militari sono stati assolti dal gip di Roma poiché la loro condotta è stata ritenuta consona a “una situazione tale da far pensare a un attacco di pirati”. Tornando alla richiesta di risarcimento, secondo Il Fatto Quotidiano, l’Avvocatura dello Stato, non sembra essere ben disposta verso la richiesta di Latorre: l’Italia, ricorda l’Avvocatura, ha affrontato enormi spese per far seguire il complesso caso a un team internazionali di legali, oltre ad aver dato un consistente indennizzo (40 milioni di rupie) alle famiglie delle due vittime. Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, sempre secondo Il Fatto Quotidiano ha intanto presentato una proposta di legge per istituire una commissione di inchiesta sul caso dei due marò. «È una vecchia battaglia di FdI», ha spiegato Cirielli, ricordando «la restituzione dei nostri militari all’India, nonostante rischiassero la pena di morte, e le dimissioni il ministro degli Esteri, Giulio Terzi in segno di protesta».
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Buonasera24
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo