Cerca

Cerca

Chiudere prima per vivere meglio

Supermercati Pascar

Supermercati Pascar

«Sai perché chiudiamo mezz’ora prima? Così Francesco e altri 180 colleghi avranno più tempo da trascorrere in famiglia». Sono le parole che campeggiano sui manifesti pubblicitari con i quali i Supermercati Pascar annunciano questa grande novità: chiudere prima e lasciare più tempo libero a disposizione dei propri dipendenti. L’iniziativa, partita l’1 ottobre, coincide con la necessità di contenere i costi portati alle stelle dalla violenta crisi energetica. Ma pensare che il fine sia solo questo sarebbe riduttivo. Vi è molto di più dietro questa scelta, vi è soprattutto un modo diverso di concepire la qualità della vita. Non è una coincidenza che dopo il Covid in tutto il mondo siano aumentati i casi di lavoratori che hanno preferito lasciare il posto di lavoro per ritagliarsi più tempo per sé stessi, anche a prezzo di guadagni inferiori. In Italia, ad esempio, lo scorso anno, tra aprile e giugno 2021, si sono registrate quasi 500mila dimissioni: c’è gente ormai stanca di vivere per lavorare. Fioriscono quindi nuove esigenze, cambiano le attitudini alle modalità del vivere quotidiano e questo Carmine Passarelli, manager di Pascar, lo ha intuito al momento giusto. «Questa nostra decisione nasce dallo studio delle analisi del sociologo De Masi: il tempo libero è una ricchezza non una perdita di tempo. Poter rientrare a casa mezz’ora prima ti permette di avere più tempo per te, per la tua famiglia. Se esci alle 20 dal lavoro hai ancora il tempo per goderti la serata al cinema, in pizzeria o per andare in palestra o, semplicemente, per trascorrere più tempo in famiglia, con i tuoi cari». Che la chiusura anticipata di mezz’ora non sia circoscritta alla crisi energetica è dimostrato dal fatto che questa misura non si esaurirà con la, speriamo prossima, fine della crisi: «Certamente abbiamo adottato questa decisione anche per contenere i costi energetici, ma noi continueremo a chiudere mezz’ora prima anche quando questa crisi sarà superata. Tutto questo senza incidere sulla busta paga e senza alcuna riduzione di personale». L’approccio, si diceva, è più ampio, quasi filosofico-esistenziale: «Se lo facessero anche gli altri esercizi commerciali, ci sarebbe più tempo libero per tutti e ne beneficerebbero altre attività, come quelle di ristorazione e le attività culturali. I lavoratori di queste attività non dovrebbero però essere penalizzati ma organizzati per turni, in modo che tutti possano godere di più tempo libero. Il lockdown ci ha insegnato che la vita lavorativa può essere riorganizzata, anche con la chiusura anticipata in alcuni settori e anche per fare la spesa ci si può organizzare diversamente, proprio come è stato fatto nei mesi del blocco totale». Ma quali sono state le reazioni dei dipendenti Pascar dopo l’avvio della chiusura anticipata? «I ragazzi sono super contenti, per loro è una svolta epocale. Da altri esercizi commerciali mi dicono che i dipendenti chiedono anche a loro di chiudere prima. Dico di più: da quando abbiamo avviato questa iniziativa ci arrivano più curriculum». Una iniziativa di questo tipo può innescare effetti sulla vita sociale. Dice Carmine Passarelli: «Spero che si ripopoli la città, che le famiglie possano ritrovare il gusto di una passeggiata serale, rilassarsi e godersi il territorio. Io immagino la prossima estate con i ragazzi che possono godersi tutta la serata». In questa ricerca di nuovi modelli organizzativi che abbiamo l’obiettivo di migliorare la qualità della vita, Banca Intesa ha proposto la settimana corta: quattro giorni di lavoro ma un’ora in più al giorno. «Non sono d’accordo, il corpo e la mente cedono allungando l’orario di lavoro giornaliero. Si rende meno. Forse si può fare in alcuni settori, ma in altri decisamente no. Il lavoro e la ricchezza non si misurano dalle ore lavorate».
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori