Scandalo delle fustelle a Lizzano, assoluzione e reati prescritti

Scandalo delle fustelle a Lizzano: un imputato assolto e reati prescritti per altri due in Appello.

Al processo di secondo grado assolto per non aver commesso il fatto Domenico Galeandro, all’epoca dei fatti dipendente della farmacia finita nel mirino di Carabinieri e Procura. L’uomo, che è difeso dall’avvocato Angelo Masini, in primo grado era stato condannato a quattro anni e due mesi. Reati prescritti invece per il farmacista Bartolomeo D’Addario, assistito dall’avvocato Pasquale Annicchiarico e per il commesso Vittorio Schinai, difeso dall’avvocato Biagio Leuzzi.

In primo grado il farmacista era stato condannato a cinque anni e due mesi, il collaboratore a quattro anni e due mesi. Nel primo grado di giudizio che si è tenuto nel 2013 tredici medici erano stati assolti per no aver commesso il fatto. Il processo sul riciclaggio di fustelle per il rimborso dei farmaci dopo gli arresti scattati nel 2007. Finirono ai domiciliari i medici. Fu arrestato anche il titolare della farmacia con l’accusa di aver gestito una truffa ai danni del Servizio sanitario regionale che aveva fruttato 320 mila euro. Ora in Appello è caduta anche l’accusa di associazione per delinquere. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2004 e il 2006. Un anno dopo un esposto anonimo fece partire le indagini affidate agli investigatori del Nas.

La truffa ipotizzata partiva dal furto, dal deposito della Asl di Taranto, di migliaia ricette già rimborsate dal Servizio sanitario nazionale. Seguendo i codici a barre delle fustelle trafugate, i carabinieri del Nas scoprirono che almeno 400 erano state pagate due volte sempre alla stessa farmacia di Lizzano. Per l’accusa il farmacista, venuto in possesso delle ricette rubate, avrebbe incollato le fustelle su nuove richieste intestate a ignari pazienti e firmate dai rispettivi medici di famiglia. Dopo l’assoluzione dei medici di quattro anni fa ieri in Appello un’altra assoluzione e due prescrizioni.