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Quelle bombe su Porta Napoli nel ‘43

La festa della Madonna della Pace al Paolo VI

La festa della Madonna della Pace al Paolo VI

Domenica 9 al quartiere Paolo VI torna una delle feste mariane più sentite in città, quella in onore della Madonna della Pace a cura della omonima confraternita (commissario arcivescovile, il comm. Antonio Gigante) e della parrocchia della Madonna del Galeso (guidata da don Salvatore Magazzino). La ricorrenza giunge in uno dei periodi più tormentati del dopoguerra in cui forse mai come ora la pace è stata così in pericolo. Il simulacro della Madonna della Pace fu muto testimone della carneficina verificatasi a Porta Napoli per i bombardamenti alleati dell’agosto ’43. Una targa del Comune, sotto la statua della Madonna, a piazza Democrate, rievoca l’accaduto. Di sera si riflette su Mar Piccolo la luce dei lampioni retrostanti: sono tredici, come i giorni che separavano dalla data del primo bombardamento (26 agosto) da quella dell’armistizio (8 settembre). Sarebbe bastato davvero poco a evitare quella tragedia. In quell’anno la statua della Madonna della Pace si trovava nella cappella della Regina Pacis (poi distrutta dalle bombe), dopo l’abbattimento della chiesa cui era intitolata in Città vecchia (nel 1934) e il peregrinare in altri luoghi di culto. Raccontava lo scomparso Enzo Buzzerio, che si prodigò per la realizzazione della stele mariana e non si perdesse il ricordo della tragedia, che poco prima del bombardamento Mar Piccolo apparve illuminato a giorno dai bengala lanciati dagli aerei nemici. “Sembravano i fuochi d’artificio per la festa di San Cataldo! – ricordava - Subito dopo le ‘fortezze volanti’ scaricarono sul quartiere una quantità incredibile di bombe: troppe, forse, per un obiettivo civile. Fu colpito anche il cimitero San Brunone”. Mentre Buzzerio correva in cerca di un rifugio, quello che si presentò ai suoi occhi fu terrificante: alte colonne d’acqua sollevate dalle bombe, le barche stracolme di persone (che ritenevano così di essere al sicuro) centrate in pieno e scaraventate in aria come fuscelli, le urla di terrore. Pensando di mettersi in salvo, egli raggiunse la vicina azienda mitilicola Comios. Sotto le vasche colme di frutti di mare la salvezza sembrava raggiunta. Poi un boato, un silenzio ancor più terrificante, il buio e l’incoscienza. Le ferite riportate resero necessario il ricovero all’ospedale di Ginosa, ma per la mamma, Cosima Tanese, e la sorellina Marcella, di nove anni, non ci fu nulla da fare Due giorni dopo, il 28 agosto, una nuova incursione aerea seminò daccapo la morte. Fu inimmaginabile quanto accadde al Mulino De Matteo, in via Napoli 40, dove molti trovarono una fine orrenda. Per la mancanza di mezzi adeguati i soccorritori dovettero scavare a mano tra le macerie per raggiungere quanti vi si trovavano sepolti. Per diversi giorni fu possibile udire i lamenti dei feriti, sempre più flebili, finchè fu il silenzio, fra lo strazio di chi sperava fino all’ultimo di poter salvare i propri cari. “Più che degli scoppi delle bombe- aggiungeva Buzzerio – a lungo mi rimase impresso il ricordo dello sferragliare della catene che tenevano unite le bombe a grappoli, sempre più forte con l’avvicinarsi al suolo, facendomi temere ogni volta di essere alla mia ultima ora”. In quelle incursioni fu distrutto anche l’edificio dove si trovava la cappella della Regina Pacis ma la statua della Madonna della Pace rimase miracolosamente indenne, a parte una piccolissima scheggia tuttora visibile nell’occhio destro. Dopo spostamenti in diverse chiese, nel ‘95 il simulacro fu portato alla Santa Maria del Galeso, da dove domenica 9 alle ore 11 uscirà la processione, con la partecipazione dei confratelli della Madonna della Pace nell’abito di rito e la banda musicale “Santa CeciliaCittà di Taranto” diretta dal maestro Giuseppe Gregucci. Sono molti i fedeli, da ogni parte della città, che in tale occasione vengono a rendere omaggio alla Mamma Celeste con tale titolo, implorando pace in tutte le famiglie, nella nostra città, in Italia e in tutto il mondo.  
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