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Altro esposto per bloccare il porticciolo

San Francesco degli Aranci, zona Blandamura

San Francesco degli Aranci, zona Blandamura

Esposto denuncia alla Procura per bloccare il porticciolo turistico in zona Blandamura. Ora sono due gli esposti inoltrati alla Magistratura “comunque tra loro in sintonia”. Uno da parte del “Comitato San Francesco degli Aranci”, redatto da Leo Corvace. L’altro da parte delle associazioni ambientaliste di cui Vito Crisanti si è fatto portavoce. «Ci avevano fatto credere che dopo la sentenza del Tar del 2012 non ci fosse nulla da fare per bloccare la realizzazione del porticciolo turistico sulla scogliera di Blandamura. In realtà non è affatto così - spiega Leo Corvace per il Comitato spontaneo San Francesco degli Aranci - Blandamura” - Dalla lettura della documentazione sono invece emerse tali incongruenze da indurre il Comitato ad inoltrare un esposto alla Procura della Repubblica sottoscritto da ben 216 persone per valutare la legittimità degli atti sinora prodotti dal Comune di Taranto e chiedere l’immediata sospensione dei lavori in corso ed il sequestro dell’area interessata. Un esposto che si affianca a quello prodotto, in parallelo, dalle associazioni ambientaliste. La concessione demaniale e la relativa convenzione sono state infatti rilasciate nonostante il divieto di costruzione e di modifica dello stato dei luoghi insistente nell’area interessata subentrati per gli incendi del 2010 e 2011 nonchè per il suo risultare zona di “macchie e boschi”. Tipizzazione, quest’ultima, che rende invalicabili i vincoli imposti dal Piano paesaggistico regionale e che avrebbe dovuto impedire, in base alla L.R. 17/2015, il rilascio della concessione demaniale. Molti dubbi anche sulla validità di certificazioni funzionali agli atti prodotti ma presumibilmente scaduti. Molte perplessità sussistono inoltre per aver utilizzata, senza variante urbanistica e specifico piano di zona, un’area demaniale a vincolo speciale A3, peraltro destinata a parco in caso di sdemanializzazione, come fosse zona C 9.1 per attrezzature nautiche. Anche l’avvocatura del Comune aveva espresso le sue perplessità sull’operazione sin corso senza essere, a quanto risulta, ascoltata - evidenzia Corvace - Infine i lavori in corso, che hanno prodotto la desertificazione del posto, appaiono in contrasto con le prescrizioni dei nulla osta rilasciati dalla Regione alla società e delle norme del Piano paesaggistico che imponevano la salvaguardia della vegetazione preesistente. Nulla osta che tra l’altro esentavano il progetto dalla V.I.A. e sorprendentemente dalla Valutazione d’incidenza (presenza in mare a poca distanza di un posidonieto dichiarato Sito di Interesse Comunitario) ma prescrivevano comunque al Comune di Taranto di verificare se la zona interessata fosse inserita o meno tra quelle a “macchia e bosco” senza che lo stesso ne abbia dato corso. Alla magistratura - concludono dal Comitato spontaneo San Francesco degli Aranci - Blandamura - il compito di valutare eventuali reati a carico di istituzioni e soggetti interessati per quella cha appare, a tutti gli effetti, una brutta storia».
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