«La situazione è pesante. Ormai due pompe su tre sono senza prodotto». A parlare è il tarantino Paolo Castellana, vicepresidente nazionale della Figisc Confcommercio. Con il rappresentante della Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti, abbiamo fatto il punto sui rifornimenti dei distributori di carburante, alla luce della protesta degli autotrasportatori che ormai prosegue da giovedì scorso. Le ragioni della protesta. Nei giorni scorsi l’Usb, annunciando lo sciopero, ha criticato aspramente Eni e G&A: «Dopo anni in cui l’appalto rete ed extrarete è stato affidato direttamente, da parte di Eni sempre alla stessa ditta genovese, la G&A si è proceduto ad una gara quantomeno strana, in cui a vincere è stata nuovamente la stessa società, che ha deciso di utilizzare autotrasportatori che provengono da fuori Taranto e di lasciare a casa quelli del territorio che da tanti anni si occupano del servizio. Cosa significa questo? Che a Taranto vengono lasciati i veleni, mentre il lavoro ed il profitto vengono portati via, mandando sul lastrico gli autotrasportatori locali, necessariamente tagliati fuori. Eni non procede così in altre Regioni italiane, invece fa questo a Taranto, che si conferma terra franca, conquistata da chi viene da fuori e non rispetta affatto i lavoratori locali. In discussione ci sono decine di posti di lavoro di piccoli autotrasportatori che lavorano da anni all’interno dell’appalto della raffineria». Distributori chiusi e psicosi da rifornimento. I gestori dei distributori di carburante stanno cercando di far fronte all’assenza di rifornimenti. «Si sta cercando di ovviare con rifornimenti che arrivano da altre “basi di carico”: da Ortona, Pomezia oppure da Vibo Valentia. Purtroppo - spiega Castellana - non si riesce a coprire come se le botti uscissero da Taranto. I rifornimenti sono, giocoforza, a macchia di leopardo, sia in città che in provincia. Ciò che preoccupa è che gli autotrasportatori sono fermi da giovedì e non ci sarà un incontro prima di mercoledì. In altre occasioni - ricorda il vicepresidente della Figisc - il prefetto ha convocato le parti prevedendo rifornimenti sul territorio, magari scortando le autobotti con l’ausilio di forze dell’ordine. Stavolta, invece, si è agito diversamente. C’è poi da tenere in considerazione la “psicosi da rifornimento”. Chi normalmente mette 10 euro nel serbatoio, in casi come questo fa il pieno togliendo scorte agli altri». Mercoledì incontro in prefettura. Il presidio permanente organizzato dall’Unione Sindacale di Base, di fronte al varco 2 della raffineria Eni di Taranto, prosegue e andrà avanti fino a mercoledì 7 settembre, giorno in cui è previsto il confronto in Prefettura tra l’Eni, la società G&A e l’organizzazione sindacale. Circa 80 i camion parcheggiati lungo la strada consortile che collega le statali 100 e 106 jonica. Sono fermi dalle prime ore di giovedì 1 settembre, nonostante gli autotrasportatori abbiano sottolineato la propria «disponibilità a coprire il servizio gratuitamente e con i propri mezzi, per evitare di far ricadere gli effetti negativi della protesta sulla cittadinanza». «Si registra che in molte realtà della provincia di Taranto, ma anche nel capoluogo, non è più possibile fare rifornimento. Proprio per evitare quello che sta accadendo - osserva Franco Rizzo, coordinatore provinciale Usb - la categoria si era messa a disposizione per garantire il carburante negli impianti di distribuzione del territorio. Di fronte all’assenza di risposta, sembra chiaro che questo atteggiamento miri ad alimentare frizioni e a mettere la cittadinanza contro i protagonisti della manifestazione. La strategia è quella che punta a dividere e a comandare. L’auspicio è che, nell’incontro di mercoledì, a prevalere sia il buonsenso ed il rispetto per i lavoratori di una terra, che ha accettato troppe volte un compromesso pesante. Questa vicenda dimostra che oggi, a fronte dei veleni che provengono dalla raffineria, non è contemplato neanche minimamente un riscontro dal punto di vista occupazionale. Oltre il danno, la beffa. Non possiamo accettarlo assolutamente, come non possiamo accettare che strategie sindacabili si pongano l’obiettivo di creare disagi e quindi disordini sociali». Comune al fianco dei lavoratori. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, si è recato al presidio degli autotrasportatori. «Siamo, come amministrazione comunale, in costante ascolto delle istanze del mondo del lavoro nella nostra terra, consapevoli che lo sviluppo sostenibile di una comunità passa da condizioni di lavoro giuste. Per questo oggi siamo accanto agli autotrasportatori in presidio ininterrotto davanti all’Eni da due giorni. Si tratta di molti lavoratori del territorio che da ormai molto tempo sono impegnati in una vertenza sulle loro difficili condizioni di lavoro - ha dichiarato il primo cittadino - A loro vanno la nostra solidarietà e il nostro sostegno, che porteremo anche nelle sedi di confronto istituzionale che sono state convocate a breve. Ci appelliamo al principio di responsabilità sociale dell’impresa, che nel nostro ordinamento prevede una particolare attenzione sia all’impatto sociale che alla protezione della salute e dell’ambiente. Ogni azienda, grande o piccola che sia, deve rispettare il nostro territorio sul piano ambientale e nelle condizioni di lavoro. Ci adopereremo affinché questa vertenza trovi finalmente una soluzione giusta».
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