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Mudit, è scontro sul rinvio

La Masseria Solito, oggi sede del MUDIT, il Museo degli Illustri Tarantini

La Masseria Solito, oggi sede del MUDIT, il Museo degli Illustri Tarantini

Non si placa la polemica esplosa in consiglio comunale sul rinvio del provvedimento che avrebbe dovuto sanare l’esproprio di alcune particelle di suolo dove sorge il Mudit (l’ex masseria Solito). Un rinvio che comporterà lo slittamento della inaugurazione di quello che sarà il Museo degli Illustri Tarantini. L’assessore al patrimonio, Gianni Azzaro, aveva accusato le opposizione di fare ostruzionismo. Di diverso avviso i consiglieri di Fratelli d’Italia, Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano e il responsabile del Dipartimento Urbanistica del partito, Vito Mitrotti, secondo i quali «i consiglieri hanno ricevuto la delibera del Mudit a meno di ventiquattro dall’orario di convocazione del consiglio, un tempo troppo breve per poter approfondire e verificare i fatti riguardanti il punto stesso, che è stato così legittimamente rinviato». «Un rinvio a nostro avviso opportuno - dichiarano Vietri, Toscano e Mitrotti - visto che da questa delibera a poche ore dall’inizio del consiglio abbiamo appreso che il Comune dopo aver progettato diretto e concluso i lavori, oltre agli innumerevoli sopralluoghi di Melucci con telecamere appresso, scopre negli ultimi atti propedeutici all’apertura al pubblico che n°2 unità immobiliari, seppure incluse nel compendio immobiliare della Masseria, non erano state comprese nel predetto contratto e non appartenevano al Comune ma a privati cittadini, verso i quali non è mai stata intrapresa alcuna procedura ablativa e che inoltre la pubblica utilità del bene impone di risolvere la questione dietro risarcimento del danno quantificato dall’Ufficio Espropriazioni del comune di Taranto di Euro 44.560,00 più spese e tra queste quelle di registrazione e trascrizione degli atti ablativi». «Terzo punto - proseguono fgli esponenti di FdI - la Giunta è insediata da più di un mese e allora perché presenta al consiglio questo importante atto a solo a poche ore dall’inizio della seduta consiliare? Perché attribuire colpe ai consiglieri di minoranza se la grave inadempienza amministrativa emersa è ereditata dalla loro stessa precedente amministrazione? Quarto ed ultimo punto, cosa impedisce l’apertura della struttura? La minoranza non si è certo opposta a questo. Sembra davvero provvida a questo punto la richiesta di approfondimento di questo provvedimento augurandoci che, a questo punto, non emergano altre inadempienze». L’invito finale all’assessore Azzaro è dunque quello di «non puntare cosi frettolosamente il dito contro gli altri se realmente è animato a lavorare per il bene comune». Di tutt’altro avviso il consigliere comunale Giuseppe Fiusco (Taranto Crea): «Questa delibera, formalmente doveva avere il parere della commissione assetto del territorio, essendo mercoledì 26 luglio, il primo consiglio comunale, le commissioni ancora non erano state formate, tantomeno quella specifica per questa materia. Preciso che tutti i consiglieri hanno ricevuto la convocazione del primo consiglio comunale con gli 11 punti all’ordine del giorno, potevano recarsi (sempre se avessero pensato in maniera lungimirante), presso la segreteria di consiglio (come ho fatto io), chiedendo tutte le delibere degli 11 punti o quelle dei punti all’ordine del giorno più importanti, come quella del punto 11, dove avrebbero potuto studiare il tutto, entrare nel merito, e votare a favore, considerata l’importanza della materia. Il bloccare, osteggiare ed essere d’ostruzione, non fa bene alla città e non al consiglio. Purtroppo ancora vigono molti personalismi e sete di vendetta personale. Tali atteggiamenti vanno e andranno, non solo evidenziati alla città, ma stigmatizzati». «Vorrei ricordare agli illustri consiglieri di minoranza - conclude Fiusco - che il Mudit è e sarà un volano di sviluppo occupazionale ed economico, oltre ad essere un sito pregno di storia, raccontando e facendo conoscere ai cittadini e ai turisti gli illustri tarantini. Auspico e mi auguro che questi mezzucci possano trovare una fine a breve termine e pensare davvero a lavorare per il bene collettivo, perché dietro le casacche di ognuno di noi di qualsiasi colore esiste il cuore tarantino di colore rossoblu».
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