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rubrica poetica
27 Novembre 2025 - 06:00
La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:
Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione digitale del giovedì e visibili online dalle ore 8:00.
Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera24.it e sui canali social.
Le tre poesie pubblicate giovedì 27 novembre 2025 sono:
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i tuoi silenzi grandi
come i mari e profondi
m’hanno negato l’esistenza
violenza senza armi
o strappi o schiaffi
solo negazione di presenza
trasparenza di me e della mia sostanza
assenza d’una donna senza ombra
con feroce meditato stillicidio
preludio al tuo omicidio del mio io
– io che ti credevo dio –
di ANGELA DONNA da Torino
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Recensione
Ci sono ferite che non si vedono, ma lasciano un segno profondo nella mente e nel cuore. In questa poesia Angela Donna racconta la violenza che nasce dall’indifferenza, dal silenzio che cancella l’altro invece di ferirlo con le mani. Le parole “solo negazione di presenza / trasparenza di me e della mia sostanza” mostrano quanto l’assenza possa diventare devastante, togliendo valore a chi la subisce. Il linguaggio è diretto e semplice, perché questo dolore non ha bisogno di spiegazioni complesse: parla da sé e arriva subito dentro. Il ritmo segue il respiro spezzato di chi non trova più ascolto, con frasi brevi che rendono chiara la tensione emotiva. C’è una progressione che porta dalla negazione quotidiana fino alla perdita dell’identità, un “feroce meditato stillicidio” che fa capire quanto la violenza psicologica possa consumare lentamente. Il finale sigilla il senso del testo, quando la fiducia in chi si ama diventa una condanna del proprio io, e questa consapevolezza è dura ma liberatoria. Il messaggio è universale: nessuno dovrebbe mai sentirsi annullato da chi dice di amare, perché il rispetto e la presenza sono la base di ogni relazione vera. Questa poesia dà voce a chi spesso resta in silenzio, e ricorda che riconoscere la propria sofferenza è il primo passo per ritrovare se stessi.
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No non sono persi
quei giorni
di voli di fantasia
guardando il mare
sotto vele
di panni stesi
di mani forti
di muratori che stringono
sogni e pagnotte ripiene
di “contadini del mare”
dalla pelle bruciata
di cacce al tesoro
tra resti di tombe antiche
divelte da ruspe
più veloci della storia
e della bellezza
Riposano
negli occhi
nelle orecchie
nel naso
nel sangue.
di GIANCARLO GENTILE da Frassineto Po (AL)
Recensione
Ci sono ricordi che restano vivi anche quando il tempo è passato. In questa poesia Giancarlo Gentile racconta gli anni dell’infanzia a Taranto, fatti di giochi semplici e di vita vera. I versi “di mani forti / di muratori che stringono / sogni e pagnotte ripiene” portano immagini sincere, che fanno sentire profumi, rumori e colori di quei giorni. Le parole scorrono con naturalezza e mostrano un mondo dove il mare era una finestra sul futuro e ogni scoperta sembrava grande. Il ritmo è fluido e continuo, come un’unica lunga memoria che si apre davanti al lettore. Le scene della città, dei lavoratori e dei bambini si intrecciano senza stacchi, creando un legame forte con le radici e con ciò che ha formato l’animo di chi racconta. Nel finale “Riposano / negli occhi / nelle orecchie / nel naso / nel sangue” il senso del testo si compie: niente è davvero perduto, perché ciò che abbiamo vissuto resta dentro di noi. Il messaggio è universale: la bellezza del passato non svanisce, continua a scorrere nella memoria e ci accompagna per tutta la vita.
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Tra le pieghe silenziose
di giornate grigie
impigliata nella dicotomia tra ragione e cuore
cerco di celare quel noi
ormai tatuato sulla mia pelle…
Dopo di te
nulla è come appare
sorrisi nascondono voragini
emozioni travolgono i sensi.
Con te l’Inferno
incendia il Paradiso
non esistono confini
la vita lascia
un dolce amaro sulla bocca
mentre mi abbandono nelle tue braccia.
di MARICA PINARDI da Milano
Recensione
C’è una lotta continua tra ciò che si pensa e ciò che si sente, soprattutto quando l’amore cambia tutto. In questa poesia Marica Pinardi descrive il conflitto tra mente e cuore, quando si vorrebbe essere lucidi ma i sentimenti continuano a muovere tutto dentro. I versi “Con te l’Inferno / incendia il Paradiso / non esistono confini” mostrano bene quanto una relazione possa essere intensa, piena di contrasti e capace di trasformare ogni certezza. Il linguaggio è semplice e diretto, fatto di immagini chiare e immediate che raccontano quanto sia difficile nascondere ciò che si prova davvero. Il ritmo segue il flusso dei pensieri, con un’alternanza di dubbi e desiderio che rende evidente la tensione emotiva. La struttura accompagna il lettore verso un finale in cui la passione vince sulle paure, anche quando lascia “un dolce amaro sulla bocca”. L’amore viene mostrato come una forza che spaventa ma che allo stesso tempo regala vita nuova. Ogni emozione sembra alzare un’onda che ribalta ciò che si pensava certo. Qui si chiude il senso della poesia: l’amore può ferire e confondere, ma sa anche dare vita a momenti unici, che restano impressi nella pelle e nella memoria. Il messaggio è intimo e insieme condivisibile da chiunque abbia vissuto un sentimento grande, difficile da controllare e impossibile da dimenticare.
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