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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Sepolcri" di Alessandra Roncolato

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di martedì 6 maggio 2025, è:

    SEPOLCRI

    di ALESSANDRA RONCOLATO di Spresiano (TV)

    Mi piace aggirarmi tra lapidi e graniti
    e marmi ammuffiti
    leggere date numeri e nomi
    che ci richiamano
    a sciogliere nodi.

    Sotto, giace un mucchio d’ossa
    ogni vena già rinsecchita
    ma la linfa dei vasi scorre libera
    nei canali della terra avita.

    Cerchiamo un luogo sacro
    dove pregare i nostri cari
    eppure lì non sono
    ormai, sono gigli appassiti
    letame per i nuovi fiori
    per nuovi miti.

    «I morti non sono assenti
    sono esseri invisibili»
    saggio diceva il santo
    mentre dai miei occhi asciugo il pianto.

    Quando ti voglio cercare
    non ho luogo dove andare
    ma solo lo spazio grande e vuoto
    che mi collega all’universo ignoto.

    Qui, siamo piccoli gnomi di terra
    ma, oltre la materia immota,
    luce infinita
    ruota.

       

    Recensione


    Una riflessione intensa e meditativa sul confine tra vita e morte, sul significato della memoria e sul destino del corpo dopo il trapasso. Con un linguaggio limpido e diretto, l’autrice attraversa fisicamente e spiritualmente il cimitero, spazio simbolico che diventa occasione per interrogarsi su ciò che resta — e ciò che muta.


    I versi iniziali, dove la voce poetica si aggira “tra lapidi e graniti / e marmi ammuffiti”, stabiliscono fin da subito un tono contemplativo, quasi disincantato. La concretezza delle immagini — date, numeri, nomi, ossa — restituisce un’idea di fine tangibile, ma non definitiva. Il corpo, spogliato di vita, si reinserisce nel ciclo naturale: “letame per i nuovi fiori / per nuovi miti”. In questa trasformazione, la morte diventa fermento, possibilità generativa.


    Roncolato contrappone poi la ritualità del lutto — “cerchiamo un luogo sacro / dove pregare i nostri cari” — alla realtà di un’assenza che non si lascia contenere in spazi fisici. La citazione del santo, “i morti non sono assenti / sono esseri invisibili”, suggerisce una sopravvivenza dell’essere in una dimensione altra, sottile, che esiste oltre la materia.


    I versi finali si allargano fino a toccare una visione cosmica: gli esseri umano, “piccoli gnomi di terra”, sono parte di un disegno più grande, che sfugge alla comprensione ma in cui la luce infinita ancora “ruota”. C’è in questa chiusa un senso di fiducia profonda, quasi mistica, che affida all’universo la continuazione di ciò che non si vede più, ma che esiste comunque.


    La composizione affrontano il tema della morte senza retorica, con compostezza e profondità, trovando nella natura e nel cosmo le coordinate di una nuova presenza. 

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