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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Papaveri" di Annalisa Beltramme

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di sabato 3 maggio 2025, è:

    QUANDO UNA DONNA SE NE VA

    di ANNALISA BELTRAMME di Mentana (RM)

    Così aleggia un petalo rosso
    sfiorato dal venticello
    lo attraversa un raggio di luce
    come farfalla si leva dal prato
    poi cade e si posa
    si sposa con l'erba
    colorandola a macchie vivaci
    coccinelle dormienti...
    Correvi e poi cadevi
    lentamente li coglievi
    leggiadra fanciulla
    di sudore madida
    li conservavi nella sottoveste
    macchiata di vita
    nei libri stinti
    negli umidi cassetti stantii
    odorosi di muschio
    percorrendo fragili terre
    incedevi mestamente e regalmente
    lungo un tappeto di rossi papaveri.

       

    Recensione


    Il componimento si apre con un’immagine lieve e luminosa: un petalo attraversato dal vento e dalla luce, che si libra come farfalla per poi posarsi sull’erba. Questo gesto naturale, minuscolo e quotidiano, si carica subito di significato e diventa il primo passo di un percorso più intimo e profondo. L’autrice trasforma la visione di un campo in fiore in un viaggio nella memoria, dove la fanciulla che corre e cade, che raccoglie e conserva, incarna una dolcezza vissuta con intensità fisica e concreta.

    Il fiore, simbolo fragile per eccellenza, viene raccolto e nascosto tra gli abiti, nei “libri stinti” e nei “cassetti stantii”, come se la vita cercasse un riparo nei luoghi più umili e veri dell’esistenza. L’odore del muschio, l’umidità, il sudore: sono tracce vive, carnali, che restituiscono tutta la densità di un’esperienza non idealizzata ma profondamente radicata nella materia e nei sensi.

    Si percepisce, tra i versi, un senso di tempo sospeso, di infanzia che persiste come impronta nel corpo e nella memoria, sfiorando il lettore con la stessa delicatezza di un petalo d’erba.

    Nella parte finale, il tono si fa più solenne. La figura femminile, sempre immersa in questa natura pulsante, avanza con dignità lungo un “tappeto di rossi papaveri”. Non più solo bambina, diventa presenza che attraversa il tempo e i luoghi con una grazia antica e consapevole. La metamorfosi è silenziosa ma potente: il gesto infantile del raccogliere fiori diventa il passo misurato di chi custodisce qualcosa di prezioso, anche nel dolore.


    I versi, brevi ma ricchi di immagini forti e coerenti, riescono a trasformare un ricordo personale in un frammento universale, in cui ogni gesto – anche il più semplice – custodisce una forma di verità. Un testo intimo e vivido, che si muove tra corpo, paesaggio e memoria con naturale eleganza.

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