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CONTROVERSO
15 Aprile 2025 - 06:00
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di martedì 15 aprile 2025, è:
Questo bruno
di Bruno Cappuccio di Milano
Più fragile del vetro spezzato,
più tenero del gatto soriano
quando chiede per sé la ciotola colma,
più dolce del miele abusato
nei dignitosi versi comuni
dei poeti della domenica, come me,
più disperato di chi vede la propria morte
inevitabile, e tragica, e definitiva,
più vivo della vita stessa,
e con l'orgoglio forte e radicato che nasce
dalle paure e dalle pene
da vivere domani, e ancora domani,
percorre dritto la strada del non ritorno,
solo, col suo terrore dentro,
ed un mesto sorriso sulle labbra semiaperte,
che non sanno parlare d'amore, e d'altro.
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Recensione
L’autore dà voce a una sensibilità che si riconosce nella fragilità, nella dolcezza sommessa, nella consapevolezza di un’esistenza percorsa in solitudine. Il poeta si presenta senza maschere: più fragile del vetro spezzato, più tenero di un gatto soriano che chiede attenzione, più dolce perfino del miele che riempie i versi di chi cerca bellezza nella semplicità. Ma è proprio in questa apparente ordinarietà che si nasconde una forza intensa, dolorosa, lucida.
Il poeta parla in prima persona, e lo fa senza retorica: il suo io poetico si definisce anche come "poeta della domenica", in un gesto di autoironia che riduce le distanze e ci restituisce un uomo vero, che non pretende di insegnare, ma condivide. Il cuore del testo è nella tensione tra la vulnerabilità dichiarata e la determinazione con cui si affronta il “non ritorno” del tempo, della vita, della condizione umana.
La morte – inevitabile, tragica, definitiva – non è qui una minaccia, ma una presenza silenziosa, da accettare con il “terrore dentro” e un sorriso mesto sulle labbra. Ed è proprio questo contrasto – tra la paura e il coraggio muto, tra la consapevolezza del limite e la volontà di andare comunque avanti – a rendere la poesia autentica, intensa, credibile.
L’amore, l’alterità, il desiderio di comunicare restano sfocati, irraggiungibili. Le “labbra semiaperte” non riescono a parlare “d’amore, e d’altro”, ma ci dicono tutto ciò che serve. Questo bruno è, in fondo, un piccolo monologo interiore, dove ogni verso si fa gesto umano, tremante, ma necessario.
Bruno Cappuccio ci consegna una poesia intima, asciutta e vera, che riesce a parlare anche per chi non trova le parole. E questo, in fondo, è uno dei sensi più alti del fare poesia.
Commenti all'articolo
bmarfe
15 Aprile 2025 - 10:57
Un testo intenso e malinconico, ma con un'inaspettata scintilla vitale. L'accumulo di comparazioni culmina in un ritratto potente di solitudine e dignità. Il titolo "Questo bruno" crea un'eco personale che mi fa sorridere e che unita al sorriso accennato, stempera il pessimismo in una tenera e quasi affettuosa constatazione.
Testata: Buonasera
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