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CONTROVERSO
20 Dicembre 2024 - 06:00
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di venerdì 20 dicembre 2024, è:
MEMORIA
di FRANCESCO PAOLO CATANZARO di Palermo
Ricorderò tutti i miei pensieri
come fogli di uno schedario d'anima
e la luna avrà il colore della vita
come il sole il respiro dell'eterea speme.
Soffierò per fare vacillare gli ardori
di chi vende armi e guerra
per arricchirsi alle spalle di chi soccombe.
E nuda la terra assorbirà
i liquidi della strage, le urla innocenti
dalle città alle plaghe del cielo.
Uccelli d'acciaio sorvoleranno il territorio
e registreranno i morti con numeri arabi
dimenticando che ogni unità
è un progetto di sogni e speranze
distrutti dalle farneticazioni dell'uomo.
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Recensione
La poesia si presenta come un intenso riflesso di consapevolezza e denuncia nei confronti delle atrocità del conflitto e dell'indifferenza umana verso il dolore. L'autore intesse un filo sottile tra la memoria personale e il dramma collettivo, utilizzando immagini potenti e simboliche per dar forma alla sofferenza del mondo.
Il poeta dipinge un paesaggio emotivo attraverso un linguaggio ricco di metafore: "come fogli di uno schedario d'anima" suggerisce una raccolta di pensieri, memorie e vissuti che, sebbene frammentati e apparentemente lontani, sono legati dall'ineluttabilità del destino umano. La luna e il sole, che assumono il colore della vita e il respiro dell'eterea speranza, segnano un contrasto profondo tra la bellezza naturale e la crudeltà delle azioni umane, come a voler segnalare la lotta tra la luce e l'oscurità del cuore umano.
L'immagine della guerra è espressa con vigore nelle righe successive, dove l'autore condanna chi, in nome del profitto, alimenta il conflitto, arricchendosi sulla sofferenza altrui. Il poeta non risparmia alcuna asprezza nel descrivere l'orrore della guerra, che "lascia la terra nuda" e "assorbe i liquidi della strage". Le parole "le urla innocenti" rivelano una forte empatia verso le vittime di una violenza che annienta non solo corpi, ma anche sogni e speranze.
Il verso che menziona gli "uccelli d'acciaio" che "registrano i morti con numeri arabi" è particolarmente evocativo: qui, l'autore mette in evidenza la disumanizzazione della morte, ridotta a una mera statistica. Nonostante la fredda registrazione numerica, il poeta sottolinea che ogni vita è un "progetto di sogni e speranze", destinato a perdersi nella follia di chi ha dimenticato la sacralità dell'individuo.
I versi di Francesco Paolo Catanzaro sono una riflessione dolorosa sull’ingiustizia, sulla violenza e sulla frenesia che spesso guida l'uomo. La poesia, con il suo linguaggio incisivo e la sua profondità emotiva, invita a non dimenticare la sofferenza causata dalla guerra e a riconoscere la dignità e il valore intrinseco di ogni individuo, al di là dei numeri e delle statistiche.
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