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CONTROVERSO
10 Dicembre 2024 - 06:00
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di martedì 10 dicembre 2024, è:
COME NOCI
di ANTONELLA CORNA di Torremaggiore (FG)
La città le tramontò sul viso
scomparve
nel nero della notte
nel rimmel rugiada d’un’ultima limatura di luce.
Lui
tagliava la nebbia come nessun lampione
lei
un singulto spugnoso nel cappotto
annaspava in un verso di Kavafis:
“E se non puoi la vita che desideri…
non sciuparla…”
Dietro di loro
parole
cadute come noci
nella terra marcia.
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Recensione
La poesia analizza il tema della solitudine e dell'inevitabilità del destino attraverso immagini potenti e una scrittura evocativa. Il verso iniziale, "La città le tramontò sul viso" suggerisce una fine, un cambiamento che segna la protagonista, con la città che scompare dietro di lei, un simbolo di distacco e di perdita.
Il "nero della notte" e il "rimmel rugiada" dipingono un'immagine di decadenza e di stasi, con la luce che si attenua lentamente, come una fine che avanza inesorabile. La presenza di "Lui" e "lei" crea un contrasto tra due individui che sembrano allontanarsi dalla realtà, lui che "taglia la nebbia" in modo determinato, e lei che, "un singulto spugnoso nel cappotto" appare fragile, persa, incapace di orientarsi.
Il riferimento a Kavafis, con il verso "E se non puoi la vita che desideri… / non sciuparla" introduce un elemento di rassegnazione, suggerendo una consapevolezza del limite, ma anche un tentativo di accettazione e di adattamento alla propria condizione. Le parole che "cadono come noci / nella terra marcia" simboleggiano il fallimento, la perdita di qualcosa che non trova più terreno fertile, ma piuttosto si perde in un ambiente di rassegnazione e morte.
Antonella Corna dipinge una scena di abbandono e disillusione, affrontando il conflitto interiore tra desiderio e realtà con una scrittura che evoca immagini di transizione, sofferenza e l’ineluttabilità del destino. Il contrasto tra i protagonisti e il paesaggio che li circonda lascia un'impressione di vuoto e di inevitabile distacco.
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