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La presentazione del match

Il Taranto a Vicenza per scrivere la storia

Al “Romeo Menti” la gara di ritorno dei playoff: bisogna ribaltare l’andata

Il Taranto calcio

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Missione al Nord, per proseguire quel viaggio, agonistico ed onirico, che possa schiudere alle ambizioni di promozione in cadetteria.

Desidera sovvertire i pronostici, il Taranto: autentico underdog del campionato, permeato dalla speciale sinergia di entusiasmo e razionalità che ha creato affascinanti aspettative senza ossessioni, la squadra rossoblu allenata da Ezio Capuano studia le strategie ed i metodi per espugnare Vicenza nella proibitiva, ma non impossibile, gara di ritorno del primo turno della fase nazionale dei play off. Dopo la sconfitta di misura incassata fra le mura di uno stadio Iacovone che ha fatto registrare il “tutto esaurito” nella sfida d’andata disputata martedì scorso, la formazione ionica deve rimediare stasera sul palcoscenico veneto del Menti (fischio d’inizio alle ore 21.00. con diretta televisiva su Rai Sport): unico risultato propedeutico alla qualificazione è la vittoria, corredata assolutamente da almeno due reti di scarto rispetto alla compagine guidata da Stefano Vecchi.

“Ci crediamo, senz’ombra di dubbio. Altrimenti saremmo già in vacanza. Sappiamo che si tratta di un’impresa ardua, ma non c’è nulla di impossibile. Stiamo lavorando affinché il sogno continui. Dobbiamo recuperare un gol perché la nostra è una classifica irreale- ha esordito Ezio Capuano, prima della partenza anticipata per il ritiro- Abbiamo acquisito maggiori conoscenze per riflettere su soluzioni originali rispetto alla gara precedente. Da un intero torneo stupiamo tutti: siamo tranquilli, possediamo le armi e le qualità. Ed i ragazzi mi convincono ogni istante che si possa realizzare qualcosa di sorprendente”. Magari con il contributo assicurato sugli spalti dai numerosi sostenitori rossoblu che confluiranno nel tempio veneto da ogni parte d’Italia: “Ho visto i ragazzi negli spogliatoi con le lacrime agli occhi per non aver potuto regalare un successo al pubblico dello Iacovone. A loro ho ricordato che un entusiasmo così intenso mancava a Taranto da ventidue anni- ha confidato il trainer- La storia ha consegnato l’ambiguità della finale col Catania, loro invece sono stati applauditi dalla tifoseria in piedi. Ho ribadito ai ragazzi che hanno meritato tutto questo e che lo condivido, ma che adesso hanno il dovere di crederci sino alla fine”.

“Il Taranto è stato protagonista di un campionato impensabile, sin dall’esordio positivo col Foggia: dopo l’incendio, la squadra è stata costretta alle peregrinazioni su campo neutro, alle porte chiuse, poi ha subito situazioni gravi come la penalizzazione in classifica ed i relativi ricorsi persi nelle aule. Siamo stati bravi a non lasciarci condizionare dagli eventi- si concede un riassunto commosso, Capuano-Da gennaio abbiamo inanellato più punti, non si è verificata alcuna smobilitazione ed abbiamo creato plusvalenze. Tutto questo non può essere dimenticato, come ammirare lo stadio traboccante di passione. Ci esibiremo al cospetto di un pubblico storico come quello di Vicenza, saremo scortati da tantissima gente: ai sostenitori biancorossi non è stato concesso un settore ospiti adeguato, voglio scusarmi a nome della società incolpevole, a differenza di un’amministrazione comunale inadempiente. Non dobbiamo nutrire alcun rimpianto”.

Deve reinventarsi, il Taranto, già abituato a coniugare i criteri mnemonici della sua ideologia tattica e l’alternanza delle pedine in organico: “E’ fondamentale la lettura del momento del match. Dobbiamo andare avanti con le certezze che ci hanno portato a fare l’impresa nel torneo: normale che io dovrò cercare di variare qualcosa in base a quello che ho visto nell’incontro precedenteha confermato mister Capuano- Non andremo all’arma bianca e non siamo mai stati mortificati dall’avversario, ma occorrerà assumere alcuni rischi: potremmo essere costretti ad esporci, ma l’ansia non deve subentrare”. “Sarebbe un’eresia affermare che stiano tutti bene- ha rivelato lo stratega- Schiererò giocatori che garantiscano le energie per correre cento minuti, per lottare su ogni palla, a prescindere dalle qualità insite negli stessi”. Il dilemma coinvolge la linea nevralgica, a causa delle precarie condizioni dei registi Calvano e Ladinetti: “La febbre aveva debilitato Ladinetti, reduce dall’ottima prestazione col Picerno. Calvano è imprescindibile per la nostra economia di gioco, ma tormentato da un trauma”. L’obbligo è segnare, ma è indispensabile rintracciare originalità ed imprevedibilità nei movimenti offensivi: “L’attaccante deve trovare il gol.

Analizzando col mio staff le tre partite dei play off, abbiamo registrato almeno nove occasioni nette, non capitalizzate sia per superficialità, sia per bravura dei portieri avversari- ha spiegato CapuanoL’adozione del 4-2-3-1 sperimentata nel secondo tempo è un’opzione molto probabile: la squadra ha operato bene, con creatività e potremmo proporre questo assetto anche dal primo minuto”. Intelligenza, intuito e simmetria dei valori: “Dovremo interpretare una partita attenta ma rischiando: potrei variare il modulo iniziale, ma deve esibirsi una squadra razionale e concentrata- ha ricordato il trainer ionico- Nell’evoluzione della gara, aumenteranno i rischi per noi ed i vantaggi per gli avversari.

Martedì non esisteva una competenza del Vicenza, incognita che non appartiene al nostro girone: avevamo preparato tutto in poche ore, prediligendo una disposizione a specchio, ma Vecchi ha modificato il suo rituale 3-4-3, coprendosi col 3-5-1-1 e creando difficoltà negli interscambi”. Vietate le titubanze nell’interpretazione equilibrata fra le due fasi di possesso e non possesso palla, soprattutto sugli esterni “Non mi è piaciuto. E’ stata una delle poche partite in cui abbiamo scalato male ed in cui abbiamo concesso con frequenza la linea all’avversario. E questa non è una caratteristica delle mie squadre- ha rimproverato Capuano- Sicuramente c’è la bravura dell’avversario, ma abbiamo difeso male. La cosiddetta fase difendente coinvolge tutti i reparti ed è stata recitata con un eccesso di generosità e con poca lucidità. Riguarda anche il lavoro degli esterni: non parlo di fasce, ma intendo le scalate; non parlo di uno contro uno, in cui emerge l’essenza della gestualità tecnica del singolo”.

Orlando è lodato per l’ispirazione profusa fra le linee: una suggestione collocarlo alle spalle di un binomio offensivo più strutturato con Simeri e De Marchi? “E’ prevedibile tutto. Nell’alludere ad una coesistenza fra le due punte effettive Simeri e De Marchi, ho dimostrato la mia alta coerenza nei due anni di Taranto: ho schierato le pedine anche sull’aspetto tattico dell’avversario- ha ammiccato l’allenatore- Orlando è il giocatore di più alta qualità nell’organico del Taranto: la sua posizione meditata per tagliare la catena tra Golemic e Laezza ha fatto in modo di aggredire alto il Vicenza. E’ stato bravissimo, purtroppo ha commesso l’errore nella fase di risalita sul calcio d’angolo, ma non va a macchiare la sua prestazione eccellente per qualità e per quantità”.

Nell’attesa del confronto decisivo in Veneto, la chiosa è intrisa di emozione e di gratitudine: “In questi miei due anni sulla panchina del Taranto io ho stravinto, e non solo sul campo per l’impresa dei miei ragazzi che resterà negli annali- ha commentato Capuano- Sono arrivato e c’erano meno di trecento paganti: sono stato supportato e sopportato dalla proprietà, non finirò mai di ringraziare il presidente Massimo Giove che mi ha consegnato la macchina e mi ha permesso di assumere le decisioni. Ho accolto l’occasione con dignità, amore, senso di appartenenza e sacrificio. Ho rivisto famiglie, bambini che chiedono maglie ed autografi. Ho ritrovato Taranto, una delle città più belle d’Italia, spesso colpita ed offesa in maniera indegna, che ama la propria maglia. Ho ottenuto il privilegio di rappresentarla e l’ho onorata, combattendo contro tutto e tutti”.

“Ho trovato una maturità mostruosa da parte della stampa, la quale ha sempre sostenuto questa squadra. Non è stata mai polemica ma costruttiva e critica nel modo giusto- ha dichiarato- Ho trovato un popolo che ci ha offerto la benzina per aumentare le nostre motivazioni. Taranto può migliorare: non è accettabile che sia lontana dalla serie B da trent’anni, che abbia vissuto il dilettantismo, che non abbia mai visto la serie A; qualche domanda bisognerà farsela. Penso che a Taranto sia iniziata un’era diversa: tutti devono ragionare su questo campionato e su questo entusiasmo rinato. E’ un anno che non andrà nel dimenticatoio per il tifoso, ma deve inaugurare un futuro che proietti i colori rossoblu ad altissimi livelli”.

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