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Il match
22 Aprile 2024 - 06:52
I tifosi del Taranto
L’incantevole panorama dopo la scalata. Evoluzione di un viaggio, agonistico ed onirico, che schiude a rinnovati e prossimi orizzonti affascinanti. Il Taranto celebra l’epilogo della stagione regolare casalinga con la vittoria di prestigio che mancava nel suo carnet, ovvero quella in uno scontro diretto in ottica play off: attraverso una prestazione strategicamente perfetta, la squadra rossoblu imbriglia, esercita supremazia e doma l’Avellino seconda forza del girone, il quale si arrende nella ripresa all’istinto sotto porta di Simone Simeri.
Una partita sviluppata sotto l’egida dell’intensità e della qualità, come dichiarerà a caldo l’allenatore Ezio Capuano: la continuità tattica è garantita dalle pedine che si incastonano e si muovono a proprio agio in un modulo mnemonico, il 3-4-3, in cui rischio e sorprese (Ferrara titolare inaspettato dopo oltre un mese di stop per trauma), sacrificio ed eclettismo, intuizioni e soluzioni indovinate (Simeri ed Orlando decisivi in corso d’opera), equilibrio e propulsione si incastrano in modo esemplare e sinergico. Promessa mantenuta al cospetto del pubblico delle grandi occasioni: quinto posto blindato in attesa sia della trasferta conclusiva a Latina, in programma sabato prossimo, sia di un verdetto propizio insito nel ricorso che il sodalizio ionico intende presentare al Collegio di Garanzia del CONI per tentare di correggere la pesante penalizzazione, contestata e confermata, dei quattro punti in classifica.
Privo dello squalificato Riggio e dell’infortunato Panico, mister Capuano varia solo due interpreti rispetto al derby conquistato a Monopoli: Ferrara, che si riappropria della fascia sinistra non senza stupore (le previsioni più confortanti alludevano ad un minutaggio da accumulare nelle ultime battute della regular season), e De Marchi, il quale inaugura la tradizionale staffetta delle punte centrali. Per il resto, identità ed intelligenza sono assicurate sia in difesa, dove funziona senza apprensioni l’intesa fra Luciani (avvezzo alla discesa sulla corsia di pertinenza ed all’inserimento), Miceli (coriaceo e preciso nel neutralizzare le bocche di fuoco irpine) ed Enrici (crescita e sicurezza del giovane ex Lecco), sia a centrocampo, con Calvano e Zonta che offrono ritmi scanditi fra interdizione ed impostazione, e Valietti simmetrico nella gestione della fascia destra. Le opzioni di Kanoute (ex di turno) e Bifulco sulla trequarti offensiva completano lo scacchiere. L’Avellino guidato da Michele Pazienza ribadisce l’assetto improntato al 3-5-2, affidandosi in retroguardia ad un trittico d’esperienza composto da Cancellotti, Cionek e Frascatore, scegliendo D’Ausilio come intermedio a supportare la costanza e l’energia di Liotti sul versante mancino, schierando in attacco Gori al fianco del capocannoniere Patierno.
L’approccio alla contesa consta di organizzazione e puntualità da entrambe le parti: il duello agonistico è interessante, a tratti ruvido, intensificato in zona nevralgica, mentre il controllo in fase di non possesso è spasmodico e disciplinato, tanto da limitare le iniziative sia in ampiezza che in verticalizzazione. L’Avellino è ordinato e ben disposto in campo ma è frenato nella produttività, mentre il Taranto appare precipitoso nelle trame avanzate, sino a quando non eleva il proprio baricentro e confeziona la prima, ghiotta occasione da gol al 21’: Kanoute si esibisce in una perentoria incursione sulla catena destra e disegna un cross col contagiri dalla linea di fondo, il quale non è agganciato d’un soffio da De Marchi in scivolata, col portiere avversario Ghidotti praticamente battuto. I padroni di casa insistono alla mezz’ora, con un rasoterra provato da Calvano e destinato a spegnersi alla destra di Ghidotti; successivamente, al 45’, la penetrazione di Bifulco favorisce l’inserimento di Miceli, la cui parabola al volo da fuori area è insidiosa ma bloccata dall’estremo difensore biancoverde. Al decimo giro di lancette dall’avvio di ripresa, i lupi irpini sono protagonisti di un’azione rapida e pericolosa: Llano Massa fugge sul binario destro, crea l’assist teso e centrale a beneficio di Gori, il quale innesca Patierno nell’area piccola; il centravanti prova in girata ma la sfera termina poco lontano dai pali.
Capuano avvicenda immediatamente De Marchi con Simeri. Il Taranto replica al 13’st: sull’esecuzione dalla bandierina destra, Miceli è appostato e stacca di testa, ma Ghidotti è attento nella parata. Al quarto d’ora è invece Calvano ad allungarsi senza agganciare il pallone derivante dall’assist lungo effettuato da Valietti sulla corsia destra. La girandola delle sostituzioni coinvolge entrambe le squadre: al 16’st Pazienza inserisce Sgarbi e Ricciardi al posto, rispettivamente di Gori e Llano Massa; al 20’st Capuano concede all’acciaccato Calvano di rifiatare, introducendo Ladinetti in mediana, mentre Orlando rileva Kanoute per regalare estro e propulsione.
Quasi una profezia rituale, poiché il Taranto suggella il suo vantaggio al 28’st: Valietti è dinamico e razionale nel costruire sulla fascia destra e lanciare in profondità Orlando, il quale s’inserisce per vie centrali, elude le marcature ma la sua conclusione è respinta da Ghidotti; Simone Simeri, sistemato nei pressi del primo palo, cattura la sfera rimpallata, la spizzica, la ottiene nuovamente con la complicità del braccio di Cancellotti e, con ispirazione e fiuto, da la spinge in rete con un destro in scivolata. Al 34’st Capuano rimpingua il centrocampo innestando Matera per Bifulco e dirotta Valietti sulla corsia mancina, dopo aver rilevato Ferrara a favore di Mastromonaco. Al 43’st Zonta effettua un tiro a giro dalla trequarti centrale, il quale non sorprende Ghidotti. La chiosa del match è appannaggio dei lupi irpini che si rendono pericolosi in due circostanze: al 44’st, infatti, Ricciardi apre su incursione dal versante destro a beneficio di Patierno, il cui colpo di testa termina poco fuori alla sinistra di Valietti. Nella fase di recupero, al 48’st, è Cionek ad approfittare degli sviluppi di un corner dalla destra, quindi ad avvitarsi per un’incornata che sorvola la traversa.
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Testata: Buonasera
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