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Il match
18 Marzo 2024 - 06:55
I tifosi del Taranto
Riavvolgere il nastro con concentrazione e responsabilità. Dopo la battuta d’arresto incassata in casa della capolista Juve Stabia, la quale aveva interrotto la sequenza di otto risultati utili consecutivi, il Taranto deve limitarsi ad un pareggio a reti inviolate fra le mura amiche dello stadio Iacovone, contro il Sorrento dell’ex rossoblu Enzo Maiuri, una delle rivelazioni dell’attuale campionato.
Una partita inchiodata nei suoi tatticismi, simmetrica nella sua interpretazione, sorniona ma scevra da particolari sussulti, registrati soprattutto nel suo secondo atto, quando si avvicendano i protagonisti e si adottano idee originali e funzionali alla creatività: se il Taranto cade nella trappola della precipitosità sotto porta e della precaria lucidità in tema di impostazione inventiva, dal canto suo il Sorrento fa di necessità virtù, correggendo le defezioni certificate nell’immediata vigilia e rinunciando al suo consueto atteggiamento intraprendente, sino ad imbrigliare l’avversario stesso con ordine, controllo preventivo ed un pizzico di fortuna nel finale. Rispetto al precedente turno disputato a Castellammare di Stabia, Ezio Capuano apporta quattro modifiche nell’impianto iniziale del canonico 3-4-3: Enrici supera Riggio nel ballottaggio per il polo sinistro della difesa, sulla linea nevralgica, invece, si rivedono sia Mastromonaco collocato sulla fascia destra, sia Matera che si riappropria del ruolo in cabina di regia; nel tridente offensivo, invece, l’allenatore ionico scommette su Orlando dal primo minuto, in sinergia con Kanoute dirottato sull’esterno mancino e con Simeri confermato punta centrale.
La completezza dei reparti consta dell’opera degli inamovibili Luciani e Miceli in retroguardia, tutelati da Vannucchi a custodia dei pali, così come di Calvano in mediana e Panico sulla corsia mancina (Ferrara abdica ancora per infortunio). E’ convincente l’approccio nel primo tempo del Taranto, che prova lo sviluppo della manovra in ampiezza ed in sovrapposizione sulle catene: al secondo giro di lancette, infatti, Simeri effettua un tentativo acrobatico che incentiva l’imbucata di Matera sul secondo palo alla destra di Albertazzi, il quale chiude lo spazio e replica sulla successiva conclusione corta a rimorchio di Panico, deviata in calcio d’angolo. L’evoluzione del match è caratterizzata dall’abilità della formazione costiera nell’ostruire il dialogo antagonista, innalzando il proprio baricentro sino a schiacciare la compagine ionica nella propria metà campo, attraverso un’organizzazione che ne depotenzia le fiammate in ripartenza. Si deve attendere il 36’ per annotare un gol annullato dall’arbitro Costanza della sezione di Agrigento: lo stacco di testa prodotto da Simeri su cross dal lato destro disegnato da Matera è energico, preciso ma inutile.
Tre minuti più tardi, al 39’, Orlando s’incarica dell’esecuzione dalla bandierina sinistra a beneficio dell’incornata di Calvano in tuffo, destinata a spegnersi sul fondo: il mediano rossoblu sembra propenso ad incedere, inserirsi e dispensare iniziative di rilievo. La ripresa s’inaugura con le prime metamorfosi meditate da Capuano per strutturare un centrocampo maggiormente propositivo, inserendo Zonta al posto di Matera, ma anche per garantire imprevedibilità in fase offensiva, optando per Bifulco in sostituzione di un Orlando che continua ad apparire più esplosivo e determinante in corso d’opera, soffrendo invece l’aggressione alla profondità sui ritmi alti dall’avvio della contesa. Scelte che trasformano inevitabilmente la sinergia sulla trequarti, laddove Kanoute non riesce ad imprimere la sua qualità, esprimendosi più lontano dall’area di rigore: Simeri è in netta crescita, amministra con concretezza e di sponda molti palloni, spesso concedendosi alla generosità verso i colleghi di reparto. All’11’st Luciani è protagonista di un’incursione sulla fascia destra che innesca una triangolazione recitata da Simeri e da Bifulco: dopo la verticalizzazione del primo, è il fantasista a sorprendere con una conclusione improvvisa col destro sibilante sul fondo. Il Taranto insiste al 14’st, quando Zonta intravede l’avanzata di Calvano e lo serve per una traiettoria diagonale col destro spedita a fil di palo.
E’ provvidenziale l’intervento di Vannucchi sull’unico tiro in porta effettuato dal Sorrento al 18’st, invece: Ravasio favorisce un’accelerazione centrale in percussione, approfittando di un’indecisione collettiva sulla linea nevralgica rossoblu, e la sfera raggiunge Martignago, sul cui taglio il portiere ionico protegge col corpo in uscita. Capuano sperimenta rinnovate soluzioni per un cambio di rotta, introducendo Valietti sul binario destro e Ladinetti in mediana per far rifiatare, rispettivamente, Mastromonaco e Calvano (21’st); successivamente, alla mezz’ora, lo stratega rossoblu opta per l’applicazione del 3-4-1-2, sostituendo Kanoute con De Marchi, il quale agisce a stretto contatto con l’altro centravanti puro Simeri, mentre Bifulco suggerisce alle loro spalle. Nel contempo, Maiuri avvicenda Martignago con Messori: il lancio centrale su ripartenza del neo entrato al 28’st è insidioso ma intercettato da capitan Vannucchi.
La formazione ionica non rintraccia l’epilogo propizio al quale si era abituata, nonostante la duplice occasione confezionata fra il 34’st ed il 35’st: in primis, Bifulco non accoglie con la testa la sfera messa in mezzo da Zonta con un assist soffice dalla destra, precedentemente stimolato dal dialogo con De Marchi. Ne scaturisce un calcio d’angolo battuto dalla sinistra, sulla cui dinamica è Michael De Marchi a divorare la rete del risolutivo vantaggio: ben ubicato al limite dell’area piccola, l’attaccante ex Padova controlla e spedisce clamorosamente alto al cospetto dell’estremo difensore rossonero Albertazzi.
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