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Il caso Stadio
14 Febbraio 2024 - 07:23
Ezio Capuano, allenatore del Taranto
Senza tregua. Fra entusiasmo, aspirazioni ed equilibrio. Dopo il pareggio a reti inviolate conquistato nel derby di Cerignola, il Taranto è atteso dalla sfida interna col Giugliano, una delle squadre rivelazione del campionato: il fischio d’inizio fra le mura amiche dello stadio Iacovone è in programma alle ore 18.30, per quello che rappresenta il settimo appuntamento del girone di ritorno. Energie da gestire nella rotazione, strategie mnemoniche da preservare, atleti carenti in condizione fisica da selezionare: alla vigilia del match, Ezio Capuano non si nasconde, loda l’abnegazione ed il senso di appartenenza dei suoi uomini e si concede anche uno sfogo ardente in merito all’interminabile diatriba fra il sodalizio rossoblu e l’amministrazione comunale ionica, relativa alla questione stadio, autentico “casus belli”.
“Poco tempo a disposizione per allenare la squadra: c’è stata una fase di ripristino, dedicata anche a chi non aveva giocato, con tanti elementi non al meglio della forma è difficile - ha esordito - Siamo stati molto attenti ad allestire uno staff medico di spessore e molto largo, unico nella categoria: tanti specialisti, un centro importante ed una sala di recupero immediato sul campo. Se non avessimo avuto professionisti di tale qualità, difficilmente avremmo potuto schierare gli atleti sofferenti”.
“Lo spazio fra le partite è molto ravvicinato, cerchiamo di lavorare a livello didattico, di video e di lavagna, con poche esercitazioni sul rettangolo per non affaticare - ha spiegato Capuano - Nelle ultime cinque partite, il Giugliano ne ha vinte tre e pareggiate due: nutriamo grande rispetto ed anche un rammarico per la gara d’andata, disputata in modo straordinario ma persa immeritatamente. Mi complimento col collega Valerio Bertotto: la sua compagine produce un buon calcio e sta disputando un campionato intrigante, però noi dobbiamo vincere. Adesso ci abbiamo preso gusto, fieri di una classifica insperata per tanti, frutto di programmazione e lavoro quotidiano”.
“Il Taranto è una squadra aggressiva, che gioca su ritmi altissimi: per riuscire a recuperare quanti più palloni sul primo campo avversario occorre una condizione notevole a livello fisico - ha confidato il trainer - Dobbiamo soffrire ancora in questa gara e nella successiva di Crotone, poi torneremo a concentrarci sull’agenda tipica e sui nostri codici organici, muscolari e tattici”. Obbligatoria l’adozione di un turnover senza alterare l’identità: “E’ condizionato dalla forma fisica dei singoli. E’ una fase di gestione importante: sicuramente col Giugliano cambierò qualcosa”.
Ad abdicare dal match sarà lo squalificato Matera: le rinnovate rimodulazione e versatilità della linea di centrocampo consteranno anche di un Calvano che ha stretto i denti a Cerignola e di un Ladinetti in attesa di esordio. “Ladinetti mi ha confidato quanto siano impressionanti i ritmi sostenuti dal Taranto: a prescindere dalle certezze a livello tattico, dovrà prima acquisire la tenuta organico-muscolare idonea - ha dichiarato - Chi arriva dopo e non è abituato a questa tipologia di lavoro, può accusare qualche difficoltà. E’ un ragazzo forte ma va aspettato”. Valietti sta conquistando minuti e consensi sulla fascia destra: “E’ un giocatore impressionante, ti allunga la squadra, bravo nella fase di proposizione, è molto strutturato e difficilmente lo salti. E’ maturato in scuole importanti, è di proprietà del Genoa e cercheremo di trattenerlo per il futuro”.
Razionale oltre le impreviste metamorfosi è la retroguardia, la quale sarà ancora priva di Riggio: “E’ un giocatore da Taranto: ha avuto un problema durante la partita col Monterosi, avevo esaurito tutte le cinque sostituzioni, ma lui ha continuato a forzare sulla caviglia, restando in campo in maniera stoica. Mi ha impressionato: il suo atteggiamento ci ha portati a vincere la partita - ha raccontato il tecnico - Non devono adagiarsi sui miei complimenti sia Enrici, emblema di meticolosità nel lavoro, sia De Marchi in attacco, che ha offerto quindici minuti di applicazione nell’immediatezza”. Una digressione appassionata quanto fiammante è stata riservata da Ezio Capuano al “pomo della discordia” della fruibilità tormentata dello stadio Iacovone: “L’ostracismo che ho visto da parte dell’amministrazione comunale verso il Taranto Calcio in questi miei due anni di permanenza non l’ho mai registrato in alcuna piazza in cui ho allenato- ha tuonato- Il Taranto è dei tarantini e chi dovrebbe farlo rispettare è il sindaco. L’anno scorso ho compiuto un miracolo sportivo, ho salvato una squadra allo sbando e non ho ricevuto una telefonata di complimenti o ringraziamento. Ho garantito continuità agonistica, con lo sforzo economico della società e col sacrificio dei giocatori: il silenzio non è mai accaduto nella mia storia calcistica”. Indignazione per l’esordio del torneo all’insegna dell’incendio in Curva Sud, delle peregrinazioni e del procrastinarsi delle indagini: “I facinorosi sono stati puniti, ma se il materiale stoccato e lasciato incustodito fosse stato raggiunto dalle fiamme a partita in corso, si sarebbe verificata una strage con diecimila spettatori. E non è stata fornita ancora alcuna spiegazione”.
“Da quel momento, non sapevamo dove allenarci, abbiamo accettato il campo neutro, pregato per esibirci almeno a porte chiuse: un giorno gli emissari del Comune volevano cacciarci, io mi sono ostinato e non mi sono mosso - ha confessato Capuano - Il comunicato è un gesto vergognoso, è surreale che l’amministrazione attacchi la squadra di calcio della città”. “Abbiamo riportato la tarantinità, per ridare lustro ed amore ad un pubblico scettico- è l’appello del mister- Lo stadio è di proprietà del Comune, i Giochi del Mediterraneo sono un privilegio, ma deve essere assicurata la continuità di esibizione ai colori rossoblu, Cosa centra la società, che ha subìto il disastro? “. “L’anno scorso ho letto parole di allarmismo da parte del sindaco, eppure a noi non è mancato nulla sotto il profilo economico - ha precisato- Ho gestito lo spogliatoio e tutta la dirigenza è stata abile nello spendere giusto, nel creare plusvalenze. Non parlo solo da allenatore o da responsabile dell’area tecnica, ma da capo tifoso, chiamatemi anche capo popolo. Non tollero che si speculi sul Taranto”.
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