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La presentazione del match

Taranto, Capuano tra campo e mercato

Nel pomeriggio la partita con il Messina, «un avversario di valore». Antonini ai saluti: «Va a Catanzaro»

Ezio Capuano, allenatore del Taranto

Ezio Capuano, allenatore del Taranto

Emozioni, delucidazioni, riflessioni. E’ una vigilia lunga ed intensa quella che inaugura il viaggio verso Messina, palcoscenico della partita che il Taranto disputerà domenica, con fischio d’inizio in programma alle 14.00 per quello che rappresenta il terzo impegno del girone di ritorno.

Ed Ezio Capuano è un autentico fiume in piena, moderatore fra analisi tattiche ed inaspettate metamorfosi, eredità di una sessione di mercato, quella invernale, che spesso disorienta un progetto: l’allenatore rossoblu non si nasconde e racconta i retroscena delle trattative, oscillando tra la commozione per i molteplici messaggi di auguri ricevuti per il suo compleanno ed il rammarico per il turno di squalifica inflitto che non gli consentirà di accomodarsi in panchina contro i peloritani guidati da Giacomo Modica.

“Sono stato sempre corretto: è vero, ho bestemmiato, me ne vergogno ed è giusto che paghi, però voglio precisare che ho sferrato un pugno sulla porta del nostro spogliatoio, prendendomela con me stesso ed imprecando per la mancata vittoria sul Picerno- ha confidato il trainer rossoblu- Ero lontano da tutti. La partita era terminata da mezz’ora ed un allenatore ha bisogno di sfogarsi: se fosse stato un altro, forse l’arbitro avrebbe sorvolato e finto di non sentire?”.

La sua duplice mansione di stratega e responsabile dell’area sportiva lo obbliga all’osmosi di argomenti fra tesserati da sostituire e squadra da comporre. “Su dieci giocatori di movimento, il 50% ha poco addestramento didattico: è l’aspetto che mi preoccupa in relazione al nostro concetto di organizzazione. Qualcuno dei nuovi dovrà andare in campo per forza, nonostante la precarietà di conoscenza e di condizione- ha spiegato- Ne abbiamo fuori cinque, tre pilastri non appartengono più all’organico, sono indisponibili entrambi i nostri esterni importanti, uno dei quali è il giocatore col miglior rendimen to ovvero Ferrara squalificato (per la fascia destra, Mastromonaco è ancora infortunato, ndr)”.

“Cercheremo di schierare una squadra equilibrata-ha continuato- Il Messina è un avversario di valore, dal potenziale interessante: l’ho studiato nelle ultime partite, soprattutto nella precedente trasferta di Caserta. I siciliani hanno spadroneggiato, adottando una manovra superiore, creando l’impossibile: cercheremo, attraverso i nostri codici, di ottemperare alle loro strategie per portare a casa un risultato positivo”. In settimana sono stati ufficializzati gli ingaggi di Michael De Marchi e Mirko Miceli, linfa vitale per due reparti, attacco e difesa, depauperate di altrettanti protagonisti titolari: De Marchi è un attaccante forte per il nostro modo di giocare, è abile nella ricerca della profondità, non statico nell’area di rigore, di testa una bestia: sposa alla grande le caratteristiche che io voglio- ha commentato Capuano- Non arruoliamo elementi con superficialità e non ci facciamo trovare impreparati, anche quando le altre società si comportano in maniera irriguardosa: non faccio nomi, ma chi mi ascolta dovrebbe vergognarsi del comportamento avuto qualche giorno fa nei confronti del Taranto e della citta ionica. Non faccio polemica, ma alludo a dirigenti privi di correttezza. Noi inquadriamo, studiamo e poi ingaggiamo i giocatori”.

“Vi svelo un aneddoto: ho bloccato Miceli sei mesi fa, da quando ho percepito che Antonini sarebbe potuto andare via. Era l’unico difensore che io pensavo avrebbe potuto sostituirlo in serie C- ha confidato- E Miceli, da grande uomo qual è, ha rifiutato altre offerte per aspettare Taranto: gli ho offerto una parola d’onore, ho mantenuto la promessa a differenza di tanti squaletti in questo mondo che non sanno operare con onestà. Ho fatto della parola e della dignità il mio marchio di fabbrica. Ho candidato Miceli come nuovo difensore centrale del Taranto, non abbiamo improvvisato nulla: è molto forte nella difesa a tre, molto fisico, non ti accorgi se è destro o sinistro, leggermente lento come è tipico dei giocatori strutturati ed è arrivato con un entusiasmo devastante”.

Si appresta a variazioni anche il centrocampo, privo di un regista mai realmente visto all’opera (Bonetti) ed anche di un incursore in rampa di lancio (Romano): “La vita è una giostra ed occorre il gettone: ti diverti, poi finisce tutto. E quel gettone è la riconoscenza. Ho voluto riconfermare personalmente Antonio Romano, rinnovandogli il contratto, una decisione avallata dal presidente Giove- è la metaforaNessuno ha ceduto Romano: magari il suo procuratore è stato bravo nel far scattare una clausola risolutiva della quale ero totalmente ignaro. E Romano ha deciso di andare via, si è preso la responsabilità della sua scelta: lo ringrazio per il cuore e per l’abnegazione dimostrati verso il Taranto Calcio”. Clamorosa è la trattativa ai dettagli per il passaggio in cadetteria di Antonini, autentico faro della retroguardia: “Matias mi ha chiesto per sei mesi di andare a giocare in serie B: l’ho pregato di rimanere sino alla fine del campionato, perché avrebbe potuto trovare altre opportunità.

Era un’intenzione espressa in maniera ripetitiva dal ritiro estivo – ha dichiarato Capuano- Lui ha scelto Catanzaro e faccio i miei complimenti al club che si è assicurato un grosso giocatore. Gli auguro un gran bene: Antonini è stata una delle mie più belle scoperte nel calcio, soprattutto come uomo: quando un giocatore opta per il trasferimento, per il mio concetto di vita non si può trattenere. Non l’avremmo mai ceduto: lui non era più quello d prima, voleva andare via e noi abbiamo esaudito il suo desiderio. E’ l’emblema dell’enfatizzazione di tanti sacrifici ed ha dimostrato di intraprendere una carriera luminosa, gli sarò grato a vita, come lo deve essere Taranto. Per lui avevamo tre richieste, compresa una squadra che al 90% andrà in serie A; ci siamo adeguati perché siamo uomini seri. E’ falso e speculare affermare che il Taranto l’abbiamo voluto vendere”.

Innesti in prospettiva per la nevralgica: “A prescindere dalla qualità, a livello numerico siamo pochi: ho individuato un grosso giocatore, soprattutto un ragazzo con gli attributi, che vuole Taranto e lo porterò- ha svelato il tecnico- Sono abituato a valorizzare giocatori spesso ai margini dei progetti: riesco a creare plusvalenze in C ogni anno, qui non accadeva dall’investimento su Zito e Mancini nel 2007 al Siena. Nel calcio si spende solo e non si incassa mai: è importante individuare elementi a parametro zero, pagando il giusto. Al momento, i giocatore più richiesto dopo Antonini è Fabbro”.

Fresco arruolato nel roster ionico è Federico Valietti, esterno destro: “E’un giocatore forte, destinato ad un altro tipo di carriera: è ancora giovane, classe ’99, dimostrerà il suo talento quando andrà in campo. E’ di gamba, strutturato, gran motore: dobbiamo svegliarlo un po’. Si candida a valore aggiunto e con continuità, invece, Francesco Orlando: “ Era un coccio di cristallo rotto: l’ho riparato, l’ho curato e sta esplodendo- ha chiosato Capuano- E’ un motivo di orgoglio ed il presidente Giove è stato bravissimo per qualità-prezzo: Orlando guadagnava tanto, ha pagato la Salernitana ed oggi ce lo godiamo. Ha richieste ma non lo cediamo: ricordo lo scetticismo al suo arrivo, ma ribadisco che si tratta del giocatore nell’intrinseco più forte in organico”.

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