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Il match

Sconfitta di misura del Taranto a Catania

Poche occasioni da gol da una parte e dall'altra

Ezio Capuano, allenatore del Taranto

Ezio Capuano, allenatore del Taranto

Anatema etneo. Il Taranto cede di misura al Catania, incassando la terza sconfitta stagionale, ancora una volta in trasferta, sicuramente trascinando il rammarico di non aver osato di più.

Tradizione negativa confermata per gli ionici nelle sfide disputate allo stadio “Massimino”, permeate da rivalità e ricordi amari: l’ultima era stata annullata due anni fa previo fallimento del club rossazzurro e conseguente ed immediata esclusione della compagine siciliana dal girone professionistico.

Ezio Capuano replica in toto la formazione che aveva convinto e trionfato sul Crotone nel turno antecedente, stabilizzando lo schema tattico di base sul 3-5-2 ed affidandosi esclusivamente agli atleti over in ogni reparto, anche a fronte delle defezioni di elementi di fantasia offensiva come Orlando e Fabbro (entrambi infortunati e non recuperabili nemmeno per il prossimo impegno casalingo di mercoledì prossimo con la Turris), del ritorno di Bonetti in panchina (in ritardo di condizione) e delle sofferenze fisiche di Ferrara (inserito nella mischia in avvio di ripresa in stato di necessità, al posto di un Panico affaticato). In retroguardia, tra Vannucchi custode dei pali ed Antonini faro centrale, sono collocati nuovamente De Santis e Riggio, i quali collaborano sulle catene di pertinenza, rispettivamente destra e sinistra, con Mastromonaco ed appunto Panico, mentre la cerniera nevralgica è completata da Romano e Zonta intermedi, con Calvano obbligato al ruolo di regista puro. In avanti, la scelta del trainer rossoblu cade ancora su Cianci in binomio con Kanoute.

La prima frazione di gioco si sviluppa sotto l’egida dell’equilibrio, dello studio reciproco dei dettagli, della meditazione delle contromisure da applicare: due squadre fisiche e strutturate, col Catania che privilegia il talento delle proprie individualità (Chiricò, Di Carmine e Bocic, collocati alti per le modifiche al modulo apportate da Tabbiani, tecnico sotto osservazione) e col Taranto che governa la fase di non possesso, rischiando però di schiacciare troppo il suo baricentro contro la supremazia di palleggio e le iniziative concesse ai padroni di casa. Chiusure puntuali e transizioni mai in affanno quando Chiricò e Di Carmine insistono nello stuzzicare la porta ionica: il primo cerca di spezzare ritmo e metodo in almeno tre circostanze, dalla sterzata elegante e relativa conclusione col destro pennellata sopra l’incrocio dei pali al 10’, alla punizione mancina insidiosa deviata in corner da Vannucchi dieci minuti più tardi, sino al diagonale spedito sul fondo nel recupero. Di Carmine ci prova invece al 26’, quando Bocic riparte ed apre per Marsura accorrente sul versante sinistro, il quale offre un assist per la testa dell’attaccante che intercetta la sfera e la invia fuori misura.

Ed alla mezz’ora è impeccabile Vannucchi nell’opporsi d’istinto ed alzare il tentativo ravvicinato col destro dello stesso Di Carmine, innescato da Bouah. Il Taranto produce due conclusioni rasoterra dalla metà campo, prima con Romano  al 22’, poi con Cianci (bloccato in due tempi dall’estremo difensore etneo Bethers al 43’). I rossoblu peccano di indecisione e di intraprendenza e l’esito della seconda porzione di gara condanna: in avvio di ripresa, Capuano inserisce Ferrara sulla corsia mancina ed il giovane Fiorani al posto di Zonta. E se Cianci tenta l’effetto sorpresa con una fiammata col destro, parata al 47’, Kanoute si esibisce in un’accelerata in profondità suggerita da Romano, ma è anticipato da Bethers nel momento di calibrare il tiro (52’). Il Catania diventa però più disinvolto al 56’, dopo un dialogo fra Marsura e Mazzotta che invitano Di Carmine alla conclusione in area a fil di palo.

E’ il preludio al gol del definitivo vantaggio: Castellini agisce in progressione sulla fascia destra ed effettua il cross in area prima arpionato da Marsura all’altezza del primo palo, poi concretizzato dal colpo di testa di Samuel Di Carmine che supera Vannucchi per l’1-0 al 66’. Gli etnei falliscono l’occasione del raddoppio al 72’, quando Curado incorna e scheggia l’incrocio dei pali alla sinistra del portiere rossoblu, sugli sviluppi di un calcio d’angolo ottenuto per deviazione di un tiro mancino operato da Chiricò dal vertice dell’area. Capuano opta per la trazione anteriore al 73’, sostituendo Mastromonaco e Romano rispettivamente con Bifulco e Samele, mentre il collega Tabbiani immette forze fresche con Zanellato, Dubickas e Sarao al posto dei mattatori Marsura, Chiricò e Di Carmine all’83’. Opportunità ghiotta per la compagine ionica all’86’, con Fiorani che spedisce fuori un diagonale destro corto, dopo aver accolto un pallone da rimessa laterale. Gli etnei timbrano il secondo legno dell’incontro a tempo scaduto: Zanellato innesca in area Dubickas che, di prima intenzione, calcia sulla traversa al 93’. E col destro al volo dalla distanza effettuato da Calvano alto sulla trasversale (su assist teso di Samele) si spengono le velleità di pareggio dei rossoblu.

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