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02 Ottobre 2023 - 20:40
Ezio Capuano
Un pareggio a reti inviolate, in un atipico lunedì pomeriggio di esodo limitato e silenzioso. Sul campo neutro di Francavilla Fontana, rigorosamente a porte chiuse, il Taranto non va oltre il punteggio di 0-0 nel derby con l’Audace Cerignola, in occasione della sesta giornata del campionato di serie C: un trasloco (si spera) transitorio, corollario sia dell’inagibilità dello stadio Iacovone che del regolamento della Lega Pro avverso ad un ulteriore rinvio di quella che è stata la terza partita “casalinga” degli ionici, in attesa del recupero (a data da destinarsi) della performance col Messina e dopo l’exploit suggellato nella sfida d’esordio col Foggia.
Prestazione dai due volti, quella espressa dal Taranto contro gli ofantini guidati da Ivan Tisci: squadra che interpreta un approccio guardingo ed incline soprattutto alla cautela nella fase di non possesso palla, spesso costretta ad abbassare il proprio baricentro, scarsamente incisiva nella costruzione, nel corso del primo tempo; formazione ristrutturata e maggiormente propositiva e creativa nella ripresa, complici le sostituzioni, vicina al gol nella porzione d’epilogo, quanto grata agli interventi prodigiosi di capitan Vannucchi fra i pali. Orfana di Bonetti, che si trascina un trauma distorsivo alla caviglia dalla precedente stagione agonistica, ma anche di Fabbro, elemento versatile per l’attacco, sofferente a causa di una contusione alla coscia rimediata durante la trasferta contro il Monterosi, la formazione allenata da Ezio Capuano incassa una defezione durante il riscaldamento, ovvero quella di Calvano per un infortunio all’adduttore. Così il tecnico ionico è obbligato a rivoluzionare l’asse mediana prima del fischio d’inizio, sistemando Zonta nell’inedito ruolo di playmaker a schermo della difesa, con il giovane Fiorani e Romano interni ai suoi lati.
Variata nuovamente la catena di destra, stavolta affidata ad Heinz e Mastromonaco, mentre sull’out mancino collaborano Enrici ed ancora Panico, Capuano si affida ai soliti ed indispensabili Vannucchi in porta ed Antonini centrale di retroguardia, mentre opta per Kanoute al fianco di Cianci nel binomio offensivo del 3-5-2 di partenza. L’Audace Cerignola è abile a decifrare immediatamente una pressione costante sul sintetico, caratterizzata da intensità e da un certo disordine nella finalizzazione, nonostante la fluidità centrale e l’ampiezza ricercata da una linea nevralgica di qualità composto da Capomaggio, Ghisolfi e Zak, sinergica con la coppia di trequartisti D’Andrea e Leonetti, entrambi rapidi e generosi nell’ispirare bomber Malcore, ben controllato dalla difesa rossoblu.
Le emozioni latitano nella prima frazione di gioco: i brividi attraversano il Taranto, che rischia nella parte finale, quando Gianmarco Vannucchi si esibisce in una respinta salvifica, in due tempi e con entrambi i guantoni, sul destro energico scaraventato da Galo Capomaggio a chiusura di un’azione corale interessante (41’). Un minuto più tardi, è il vice capitano Antonini ad opporsi sul rasoterra corto confezionato da D’Andrea dal versante destro. Nella ripresa, Capuano ripristina lo schema a trazione anteriore, sacrificando un centrocampista (Romano) per il fantasista Bifulco, mentre avvicenda sul binario destro Mastromonaco con Kondaj. E la manovra acquisisce dinamismo, vivacità nella lettura ed idee: aumentano i capovolgimenti di fronte e le iniziative in profondità, si sopportano anche le imprecisioni nelle impostazioni e nelle verticalizzazioni.
La simmetria per il Taranto è distribuita fra le quattro parate effettuate da Vannucchi e le due occasioni da rete vanificate prima da Orlando, poi da Samele, subentrati per agevolare il tridente. L’estremo difensore rossoblu si erge sugli scudi al 58’, disinnescando la potenza del tiro di Tentardini dal lato mancino; al 67’ si distende e devia in angolo magistralmente la conclusione dalla distanza prodotta da Zak. Ed ancora: Vannucchi è vigile sulla traiettoria col destro da fuori area disegnata dall’ofantino Sainz Maza, il quale penetra dal versante mancino, superando le marcature al 71’. L’ultimo intervento degno di tributo è registrato al novantesimo, quando il portiere ionico allontana d’istinto la stoccata col destro firmata da Tascone (mentre D’Ausilio, sotto misura, divora incredibilmente l’aggancio alla sfera). Da incastonare in tale periodo prima la chance sprecata da Francesco Orlando, il quale accoglie ed amministra un pallone derivato da un’incursione sul binario destro, per poi tramutarlo in un diagonale fuori d’un soffio al 74’.
Successivamente, la clamorosa occasione dissipata dal giovane Luigi Samele, ex di turno: l’attaccante intercetta un assist di Panico insistente sulla fascia sinistra, prova a girarlo in porta col piede mancino ma spedisce incredibilmente sul fondo al 79’. Per la cronaca, ambedue le squadre hanno reclamato per rispettivi calci di rigore non concessi dall’arbitro Caldera della sezione di Como: il direttore di gara non rileva gli estremi né sulla caduta di Capomaggio al 65’ (punito col giallo per simulazione), né sullo sbilanciamento di Orlando all’84’.
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