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Pomigliano

Il settimo ritorno di Lello Russo

Raffaele Russo, la sua vita politica e professionale si è consumata in simbiosi con la sua città

Il settimo ritorno di Lello Russo

Raffaele Russo, per tutti Lello, il 15 Maggio 2023 è tornato a guidare la Giunta della Città ottenendo il 73% dei voti dei cittadini: lo fa per la settima volta, un record difficilmente eguagliabile. Uno degli ultimi eredi del grande PSI che fu, lombardiano convinto, rappresentante della classe dirigente che ha dato più lustro alla città di Pomigliano d’Arco e che continua ad amministrare il presente ed ad immaginarne il futuro. Fu eletto Sindaco per la prima volta nel 1980 con il PSI, da lì ha passato 22 anni da primo cittadino prima del mandato che si appresta ad espletare, nonché, sempre con il garofano fu eletto nel 1992 Senatore della Repubblica. Nel 1994, sull’ondata giustizialista della magistratura rossa, braccio armato del PCI, che intendeva abbattere il nemico socialista a suon di processi, subì l’onta dell’arresto e lo scioglimento del Comune per infiltrazione camorristica. Rimase in carcere 38 giorni e per cinque anni non ha potuto svolgere la propria attività professionale. Alla fine fu prosciolto perché il fatto non sussiste. Il magistrato che lesse male le carte o non le lesse per nulla, però, fece carriera. Una strana coincidenza no?!

Chiusa questa lugubre pagina, con l’assoluzione in formula piena, ricominciò a dedicarsi alla propria città e nel 2010 fu eletto nuovamente Sindaco, così come nel 2015, cambiando in questi 10 anni di amministrazione il volto di Pomigliano d’Arco risvegliando, su tutto, il dibattito politico appiattito negli anni dal cardinale dell’allora onnipotente Antonio Bassolino. La sua solerzia, la sua tenacia, la sua credibilità tra la gente non aveva rivali e lo dimostrò. Alla veneranda età di 83 anni, nulla è cambiato, è ancora il catalizzatore dei bisogni dei cittadini e, dopo il fallimento del cd. Laboratorio (PD- M5S) che ha governato a Pomigliano dal 2020 fino alla caduta dell’amministrazione del Febbraio del 2023, il Popolo, con ben quasi 15.000 preferenze gli ha nuovamente affidato il compito di guidare Pomigliano per sanare i disastri prodotti dai luogotenenti di Luigi Di Maio e riportarla tra le città simbolo della Provincia di Napoli. Sostenuto da ben 11 liste, la cd. Coalizione riformista, tra cui il “PSI” e i “Riformisti per Pomigliano”, scendendo in campo ha sbaragliato anche gli avversari, basti solo pensare che né il Partito Democratico e né il Movimento 5 stelle, nonostante abbiano governato la città per ben due anni, hanno presentato le liste alle elezioni ammainando bandiera bianca prima di esse.

La sua vita politica e professionale si è consumata in simbiosi con la sua città, l'identificazione della propria sorte con quella di Pomigliano resta pressoché totale. Nessuno la conosce e la capisce altrettanto bene come lui, e questo è un dato con cui qualunque suo antagonista è costretto a fare i conti. È un uomo che sa racchiudere i suoi cento difetti in un'unica virtù: sapere di averli. Un amministratore esemplare, decisionista, socialista vero nei fatti, un faro verso il futuro con il compito, affidatosi, di costruire una futura classe dirigente.

Pomigliano riparte da lui, dalla Sua Giunta, scelta con sagacia e già produttiva con straordinaria efficacia, dai Consiglieri Comunali che sostengono la bulgara maggioranza (21/24), dal dibattito politico risvegliato in città, dai giovani che stanno ritornando ad affollare le sezioni, insomma, dalla Politica, dove la P maiuscola non è solo una questione grafica.

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