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Il difficile rapporto tra etica e politica

Il crescente astensionismo

IL CRESCENTE ASTENSIONISMO

di Maria Vittoria Colapietro

Di “crisi della politica” si parla da tempo, il discorso ormai è diventato di attualità, anche se chi fa politica sembra ancora non affrontare adeguatamente questa “risposta” da parte dei cittadini.
Questa disaffezione sicuramente la si deve addebitare alla richiesta di partecipazione ed al non credere in chi li deve rappresentare in determinati contesti politici. L’alta percentuale di astensionismo conferma.
Al di là del voto amministrativo, condizionato da ragioni legate a luoghi e a persone, come potrebbero i cittadini affezionarsi ad una politica che vedono sempre più lontana da loro, che sostiene costi elevati, di politici inquisiti mai rimossi o che ricoprono incarichi incompatibili o chiaramente in conflitto di interessi?
Se a questo aggiungiamo la burocrazia, giustizia lenta, malasanità, l’insicurezza, la precarietà lavorativa, che mettono in discussione di tutta una serie di valori, come meravigliarsi di questo allontanamento?
Ecco perché è importante riflettere sul messaggio politico e sul perché non si vota e sulla richiesta di un cambiare verso.C’è chi ha creduto in una innovazione ed è rimasto deluso, c’è chi ha sperato in una azione ed è rimasto scontento, c’è chi invece ha la percezione di incapacità dei governi di realizzare quanto promesso in campagna elettorale e che i politici siano e restano lontani dalla gente. La gente lamenta la mancanza di una progettazione chiara, l’incapacità di svolgere un’azione coerente, efficace e di superare le conflittualità interne.
E' giunto il momento di alzare il tiro recuperando coesione tra politici ed elettori, comunicare in maniera chiara, uscendo dalle logiche dei singoli e ritrovando un nuova cultura del ben-esserci.
Il rapporto fra etica e politica è sempre stato, fin dall’antichità, un rapporto difficile, di contrapposizione e di convergenza al tempo stesso. Quasi che la politica per sua stessa natura dovrebbe essere immorale.
Molto spesso il comportamento dei politici sembra dar ragione a tutto ciò, anche se personaggi di grande levatura hanno sacrificato la loro vita per il bene comune.
La verità è che il rapporto etica politica è molto più complesso di quanto si creda, tanto che non poche volte, nella storia, nel nome dell’etica, degli ideali di giustizia e perfino di libertà si sono commesse tragiche nefandezze, per costruire società perfette, per rispettare volontà generali, che han nascosto secondi fini.
Oggi sembra prevalere una diffusa indifferenza etica, che provoca la separazione tra etica e politica e la convinzione che le questioni etiche non possano aspirare ad uno statuto pubblico.
La Politica, non offre soltanto significati, valori e criteri di giudizio ma anche le norme e le direttive d’azione che ne derivano, è un corpo unico ed organico e l’Etica ne è parte integrante.
La politica ha in sé aspetti fissi, statici, ma anche evolutivi e mutabili legati agli eventi sociali.
In tale contesto tutta la comunità,eletti ed elettori, costituiscono la politica, con diversità di compiti, nel gioco delle parti tra controllore e controllato.
Responsabilità di tutta la comunità, ognuno secondo il proprio ruolo, è analizzare obiettivamente la situazione ed individuare, in dialogo costante e costruttivo, le scelte e gli impegni appropriati per mantenere o operare trasformazioni sociali, politiche ed economiche.
Il dialogo tra saperi e culture diverse deve impegnare alla ricerca di un Etica condivisa. L’Etica è parte fondante della persona in quanto tale.
Ciascuno di noi, secondo il proprio ruolo ed i compiti a cui è chiamato, deve lavorare responsabilmente alla costruzione quotidiana dell’Etica condivisa, anche perdendo posizioni di “potere politico” acquisito, come determinati privilegi ed immunità.

Maria Vittoria Colapietro Vice presidente Confederazione Consultori Familiari Puglia

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