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Le aree interne non vanno dimenticate

IL TESSUTO PIU' VERO DEL NOSTRO PAESE

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di Alfredo Venturini


"Non c’è futuro senza un vero piano che metta le aree urbane insieme a quelle interne. Questo serve indubbiamente per le aree interne, ma ne va anche della qualità della vita delle aree urbane".
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, è intervenuto nella discussione che a Benevento ha visto confrontarsi i trenta vescovi, sulle problematiche delle aree interne: spopolamento, denatalità, mancanza di servizi e di infrastrutture.
Un confronto aperto per cercare soluzioni, sia per la pastorale ma anche per offrire possibili risposte "perché le aree interne non vengano dimenticate, perché non rappresentano il nostro passato, ma sono il nostro futuro e il nostro essere comunità, il tessuto più vero del nostro Paese".
Secondo l’Agenzia per la coesione territoriale, che ha elaborato la Strategia nazionale per le aree interne si tratta di territori fragili, distanti dai centri principali di offerta dei servizi essenziali e che coprono il 60% della superficie italiana, il 52% dei Comuni ed il 22% della popolazione. Con la Snai si punta ad intervenire contrastando, anche e soprattutto attraverso il lavoro, la crisi demografica. Le aree selezionate per gli interventi sono 72, comprensive di 1077 comuni per circa 2 milioni di abitanti.
L’impegno della Chiesa italiana per le aree interne è partito nel 2019, con un primo incontro dei presuli dei territori interessati, tenutosi a Benevento, diventata un po’ la capitale di questa problematica. Nei giorni scorsi ha ospitato anche il Forum delle aree interne, con un’ampia partecipazione giovanile, sul tema "Cittadini del mondo, motore di comunità”.
Neanche con la pandemia si è fermato il confronto dei vescovi che in particolare hanno poi ripreso un po’ le fila dell’impegno nell’incontro dello scorso anno, ulteriormente stimolati dal messaggio di saluto di papa Francesco: "Di fronte alle difficoltà dei territori in cui vivete, siete chiamati ad aiutare i sacerdoti, i consacrati e i fedeli laici ad essere lievito nella pasta del mondo. Tutti insieme, in unità e senza campanilismi, non stancatevi di porre gesti di attenzione alla vita umana, alla salvaguardia del creato, alla dignità del lavoro, ai problemi delle famiglie, alla situazione degli anziani e di quanti sono ai margini della società".
Nel 2022 è stato così redatto un documento intitolato significativamente “Sentinella, quanto resta della notte?” con un invito a tutti (alla stessa Chiesa, ma anche alla società e alla politica) a prendere sul serio tale esortazione e associando, per analogia, le aree interne «alla piccola Nazareth, marginale, eppure custode della realtà più preziosa. Vogliamo costituirci baluardo, forza per difenderle, dando vita a reti solidali capaci di attivare sinergie».
Tracce di lavoro che Zuppi ha consegnato ai presuli per i gruppi di approfondimento, portate a sintesi dal segretario della Cei, Giuseppe Baturi, e nei quali potrebbe trovare eco anche l’argomento dell’autonomia differenziata che, come ha anticipato l’arcivescovo di Benevento Felice Accrocca, «può rischiare di separare ancora le situazioni una dall’altra».

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