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ROMANCE
15 Dicembre 2025 - 06:01
Bovindo – racconti da leggere, autori da scoprire è la rubrica dedicata a chi desidera far conoscere la propria voce letteraria e condividere il piacere del racconto breve.
Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, Bovindo propone un nuovo racconto, scelto tra autori esordienti e scrittori già affermati, offrendo ai lettori uno sguardo privilegiato sulla narrativa italiana contemporanea: una finestra luminosa da cui osservare il mondo attraverso tante piccole grandi storie.
Gli autori interessati possono inviare all’indirizzo bovindo2025@gmail.com il proprio racconto indicando nome, cognome, luogo di residenza e contatto telefonico. I testi, in lingua italiana e a tema libero, non dovranno superare le quattro pagine (formato A4, file Word). Sono ammessi racconti editi o inediti, senza limiti di genere. Per ulteriori informazioni: cellulare 327 1371380. Bovindo è uno spazio aperto e inclusivo, dove la scrittura respira, il talento si riconosce e ogni voce trova il suo lettore.
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“Hlustaðu á andardrátt hafsins”, sagði gamla konan við ströndina.
” Sérhver ómur er loforð sem hafið gleymir aldrei.”
“Ascolta il respiro delle onde”, diceva la Vecchia del Mare.
” Ogni eco è una promessa che il mare non dimentica mai.”
Prologo
La voce delle acque
Quando il vento tace sulle isole del Nord e il mare trattiene il respiro, qualcuno giura di udire una voce di donna cantare tra le scogliere. Seduta lì, dove le lastre di lava incontrano i licheni grigi e il sale, se ne sta avvolta in uno scialle scolorito dal sole e dal tempo. Nessuno sa da quanto viva sull’isola.
C’è chi la chiama Gamla hafsins kona – la Vecchia del Mare – e chi dice che i suoi occhi cambino colore con la marea. A volte, nelle sere di tempesta, i bambini del villaggio si radunano intorno a lei, in attesa delle sue storie e dei suoi misteri. E lei sorride e racconta di tutti i mondi che sembra conoscere, e di una leggenda stampata nel cuore.
«Ascoltate», dice piano: «non tutti gli amori chiedono di restare. Alcuni vivono come le onde: ritornano sempre, e ogni volta diverse.»
Poi volge lo sguardo verso l’orizzonte, dove il cielo e l’acqua si confondono, e la sua voce si fa più profonda, come un canto antico: «C’era sull’isola, in un giorno di nuvole nere, un giovane uomo che sfidò la marea. Il suo nome era Liam…»
Isole nel vento
La luce del giorno scendeva lenta su quei lembi di dura pietra, tra le nebbie dell’Atlantico settentrionale. Liam le guardava ogni mattino con lo stesso stupore, come se le vedesse per la prima volta. Le sue isole, le Vestmannaeyjar, come ponti di roccia e muschio spazzati dal vento gelido, si stagliavano maestose e ancestrali nel cielo plumbeo. Nell’aria l’annuncio di una tempesta.
Prima di uscire serrò le finestre di quell’antica casa, di legno scuro e torba.
Stanco della vita urbana di Ísafjörður, era tornato alle sue radici, nella magica Heimaey. Su quelle scogliere di basalto nero affondate nel mare e tra quei tappeti di muschio brillanti di pioggia, Liam era rinato. Era quella la sua nuova vita, tra le isole del Nord e le correnti fredde del Mare di Groenlandia. Lì, dove ancora vibrava la lingua del sogno e della nostalgia: nei canti delle onde e nelle parole custodite dal vento. Dove il tempo sembrava essersi fermato.
Tirò sopra la testa il cappuccio del giubbotto, e sentendo il calore del vecchio maglione – dai colori e le trame degli antenati – si avviò verso la spiaggia nera. L’antica imbarcazione sembrava aspettarlo: saldamente ancorata, ma già fremente per le fredde folate del vento. Giunto alla riva, da attento marinaio, prima di salpare, iniziò il rituale di controllo.
Quel mattino, il mare aveva un colore diverso. Liam ascoltava il suo silenzio denso, ancora ignaro del segreto delle sue acque scure.
Lo sguardo del mare
Sædís
Ogni cosa era al suo posto, eppure Liam tardava a salpare. Il vento era cambiato, e anche dall’acqua arrivava un odore più forte, come se il mare ribollisse. Sentì un brivido lungo la schiena: qualcosa lo tratteneva, ma l’acqua lo richiamava. Così seguì l’impulso del cuore, e sciolse i nodi di ancoraggio.
Navigò seguendo le correnti, ma il vento salmastro dell’oceano, improvviso e devastante, si levò sull’isola. Sulla piccola barca, furenti arrivarono le onde, mentre il corpo di Liam, sbattuto contro il legno, si abbandonò a quella cupa tempesta. Tra le onde un lampo argenteo, poi più nulla. Il mondo intorno si dissolveva in vento e schiuma.
Diario di un amore immortale
La voce della Gamla hafsins kona, la Vecchia del Mare, tornò lieve, quasi un sussurro portato dal vento:
«Da lontano, la Selkie vide il fluttuare brutale del suo mare e accorse. Lo spinse fino alla marina. Poi, con gesti silenziosi, si liberò del suo manto di foca, nascondendolo tra le rocce più alte, e solo allora, con il suo corpo di donna, ritornò accanto a lui. Infine la tempesta si quietò… così raccontano le onde: che un tempo il mare si innamorò della terra.»
Scese il silenzio e il mare ondeggiò appena: la Gamla hafsins kona aveva narrato solo una parte del suo segreto.
«Dicono che da quel giorno, l’uomo della roccia e la fanciulla del mare vissero come due stagioni dello stesso cielo, intrecciando i loro giorni come le maree: attratte dal mare e sedotte dalla riva. In un’eterna danza.»
«Continua amma hafsins…» sospiravano i bambini, incantati dalla sua voce antica. «E Liam? Cosa scoprì sulla donna delle acque?»
Ma la voce dell’anziana si dissolse nel vento, come un eco che tornava al mare.
Del mistero e della fede
Il sole era alto sulle rocce. Le nubi diradate dal vento. Nell’aria solo l’odore aspro della salsedine e il respiro lento di lei, addormentata accanto al suo corpo.
Liam si mosse appena: era ancora stordito, ma intuì che la giovane donna addormentata al suo fianco lo aveva vegliato fino ad allora. La Selkie aprì gli occhi e lo guardò senza parlare, poi distolse lo sguardo verso l’orizzonte, dove le onde si spegnevano sulla sabbia.
«Mi chiamo Liam» le disse con una nuova dolcezza.
«Sædís… è il mio nome» lei rispose con semplicità, il capo chino.
«Dal mare arriva già il freddo vento dell’artico… ma nella mia casa, sulla cima dell’altura grande, il fuoco non manca, né calde coperte.»
Si avviarono, uno accanto all’altra, tenendosi per mano.
Liam era roccia, Sædís la marea,
e tra loro il mare trovava la pace.
Da quel giorno, senza chiedersi nulla, vissero insieme, appagati da una canzone segreta… amanti sospesi tra il mare e la terra. E lenti trascorsero i giorni su Heimaey, tra lastre di lava e muschi brillanti, avvolti dal fascino brullo dell’isola.
Ma nel silenzio, la donna del mare piangeva la sua malinconia. E Liam sentiva che, lassù, Sædís viveva a metà.
Un giorno, mentre Liam riavvolgeva le reti, udì un canto antico venire dal mare. Come il richiamo di un coro lontano. Si arrampicò sulla roccia più alta e le vide: un cerchio luminoso, striato di luce, danzava nell’acqua. Le Selkie. Il cuore di Liam ebbe un sussulto.
Ritorno al Mare
Si volse verso casa e vide la sua donna, già lontana da quel mondo. La raggiunse, tremando al pensiero di perderla.
«Loro sono qui per te», le disse tristemente: «Devi andare… non posso trattenere il mare.»
Lacrime silenziose brillarono sul suo volto. E se lo spirito di Sædís apparteneva al mare, i suoi occhi promisero il ritorno.
«Og hvað svo? – E poi?» chiese un bambino, mentre il vento cambiava direzione.
La Gamla hafsins kona non rispose, mentre un tuono rotolò sull’orizzonte e l’aria si riempiva di sale. Il cielo si fece di piombo e i fanciulli si dispersero correndo tra le case di torba.
Dal mare arrivò un suono – sottile, struggente – come un coro di voci lontane. La Vecchia del Mare sorrise appena e sussurrò al vento:
«Ogni volta che cambia la marea, lui aspetta ancora il suo ritorno.»
Il silenzio cadde, dolce e inquieto. L’aria tremò e le prime gocce di pioggia caddero sul muschio. Un lampo squarciò il cielo, e per un istante un bagliore argenteo si riflesse tra le onde.
«Qualcuno racconta che nelle notti di luna calante nelle acque scure di Heimaey, ancora danzano abbracciate le ombre di una Selkie e del suo amato… Liam, il marinaio che per lei lasciò la riva.»
Epigrafe
La sua anima danza con le acque del Nord
attraversa le onde dell’oceano e ritorna alla sua riva,
ma un giorno senza luna lui scelse l’acqua
e l’eterno canto delle onde.

Testata: Buonasera
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