Notizie
Cerca
Il fatto
09 Luglio 2024 - 06:15
Un istituto di pena - archivio
BARI - «Le avvisaglie che la situazione all’interno del “Fornelli di Bari” avrebbero ricalcato quella di altre carceri minorili, tra cui Milano e Roma in cui la violenza la fa da padrone, (quasi peggio delle carceri per adulti) c’erano tutte, e dopo l’incendio di poche settimane fa in cui è stata evitata la tragedia grazie al coraggio di alcuni poliziotti, lunedì 8 luglio e scattato l’atto secondo di un film già visto e previsto».
Così Federico Pilagatti, Segretario regionale SAPPE, uno dei sindacati più rappresentativi della Polizia penitenziaria.
«La maxi rissa avvenuta questa mattina tra detenuti italiani e stranieri - scrive Pilagatti - è stata cruenta e violenta poiché si sono affrontati con spranghe di ferro e materiale cannibalizzato dalla locale palestra, in quanto i “ poveri ragazzi” non si fanno più scrupoli poichè sono coscienti che alla fine saranno sempre “scusati”, “assolti”, “difesi” e “compresi” da educatori della domenica e politici che in alcuni casi “accusano”, “criticano”, “incolpano” sempre gli altri, a partire dalla polizia penitenziaria per finire alla società che non li capisce.
L’incendiario delle scorse settimane ed altri violenti di oggi erano passati da Milano dove avevano devastato tutto, per poi fermarsi qualche giorno a Roma giusto il tempo di una piccola rivolta, per poi approdare al carcere minorile di Bari per cercare di vincere il grande slam delle rivolte (manca Palermo).
Anche in questo caso i pochi agenti in servizio a rischio della loro incolumità, due sono stati inviati al pronto soccorso, hanno con molta difficoltà riportato la calma.
Il SAPPE aveva previsto tutto e aveva chiesto all’amministrazione penitenziaria dei minori che in maniera irresponsabile non fa altro che trasferire da un istituto all’altro i minori che si macchiano di queste situazioni che meriterebbero punizioni che alla fine non ci sono mai, di pensare anche a riempire il buco della carenza di poliziotti che si è fatto molto grande.
A Bari sono presenti 36 detenuti (speriamo di non offendere i benpensanti chiamando questi veri delinquenti, detenuti) un numero più alto di quelli che può ospitare, tanto da doverli sistemare in stanze con letti a castello. Di contro l’organico poliziotti penitenziari previsto sarebbe di circa 45 unità, mentre in servizio non sono più di una ventina compresi quelli impiegati in compiti amministrativi, a cui si dovrebbero aggiungere non più di 5 unità a breve.
Le responsabilità dell’amministrazione penitenziaria sono molto grandi poiché fino ad oggi non ha preso nemmeno provvedimenti per eliminare situazioni di grande malessere per i poliziotti, determinate da alcune scelte del responsabile del personale per cui ci sono poliziotti che hanno gettato la spugna poiché penalizzati.
Il SAPPE invita la politica a trattare questi delinquenti in erba che hanno compiuto e compiono reati gravissimi anche all’interno delle carceri, alla stregua di quello che avviene nei penitenziari di nazioni più civili della nostra come l’Inghilterra, Stati Uniti.
Inoltre si chiede che si proceda con un immediato sfollamento del Fornelli dei detenuti facinorosi in sezioni apposite ove possano riflettere sulle loro azioni, nonché con l’invio urgente presso la struttura minorile di almeno altre 10 unità in aggiunta a quelli previsti per far fronte alla situazione e garantire la sicurezza del carcere nonché dei ristretti».
I più letti
Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
Registrazione: n.7/2012 Tribunale di Taranto
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Piazza Giovanni XXIII 13 | 74123 | Taranto
Telefono: (+39)0996960416
Email: redazione.taranto@buonasera24.it
Pubblicità : pubblicita@buonasera24.it
Editore: SPARTA Società Cooperativa
Via Parini 51 | 74023 | Grottaglie (TA)
Iva: 03024870739
Presidente CdA Sparta: CLAUDIO SIGNORILE
Direttore responsabile: FRANCESCO ROSSI
Presidente Comitato Editoriale: DIEGO RANA