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Il caso
18 Giugno 2024 - 18:06
Con un calcio scaraventa in mare una persona fragile
BARI - Sta diventando virale il video di una persona spinta in acqua da un ragazzo, scatenando una tempesta di discussioni online. La pagina “Emergenza baby-gang e bullismo” ha diffuso il video, affermando che l'incidente è avvenuto a Bari e che la vittima è una persona con problemi psichici. Il filmato, accompagnato da una versione ironica di "La mia banda suona il rock", ha sollevato molte domande senza risposta. La scena è davvero ambientata a Bari? La vittima è effettivamente una persona con problemi psichici? Si tratta di un atto di bullismo? Al momento, le poche immagini disponibili non consentono di chiarire la situazione. Ulteriori dettagli potrebbero emergere nelle prossime ore, facendo luce su questo inquietante episodio.
Dopo la pubblicazione del video su alcuni portali di informazione è intervenuta sulla vicenda anche l’assessore uscente al Welfare del Comune di Bari, Francesca Attolico: «Ho visto anche io quel terribile video che è girato nelle ultime ore. Ho provato una profonda indignazione e una grande rabbia per quanto accaduto sul lungomare di Bari. Quello che ho visto, che hanno potuto vedere tutti coloro ai quali è capitato sott’occhio il video è la prova di una grande sconfitta collettiva.
Un ragazzino che spinge in mare con un calcio senza preoccuparsi delle conseguenze, una persona in evidente difficoltà, probabilmente con delle fragilità, rappresenta una responsabilità generale che è stata evidentemente tradita.
Come possiamo permettere che accada una cosa del genere, che venga filmata e divulgata con tanta leggerezza e superficialità, come se fosse un traguardo da condividere?
Si tratta di un episodio da denunciare senza nessun appello, e non solo verso chi ha agito dando quello spintone, ma anche verso chi era presente, ha ripreso e diffuso le immagini e non ha fatto nulla perché non accadesse questo orribile e violento gesto.
Si tratta di un episodio che ci chiama ad una responsabilità educativa collettiva. Ad un impegno disatteso che a partire dalla famiglia, attraversa la scuola, le istituzioni, i modelli che i media e la società spesso propongono, legati a un'idea di forza e prepotenza specialmente contro i più deboli e i più fragili, e che sempre più spesso accompagna la crescita delle nuove generazioni.
Faccio un invito a chiunque avesse notizie dell’accaduto: denunciate senza paura questa vile aggressione.
Noi come istituzione ci saremo e per quanto possibile accompagneremo e ascolteremo questo ragazzo nei prossimi giorni. Nessuno, qui e altrove, deve sentirsi solo e indifeso».
Il nostro portale non riporta il video integrale, che nel frattempo è stato rimosso dalla pagina di “Emergenza baby-gang e bullismo”, proprio per non scatenare un devastante effetto emulazione.
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