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24 Maggio 2024 - 16:13
Vittorio Sgarbi
BARI - Vittorio Sgarbi, candidato alle elezioni Europee per Fratelli d'Italia, ha espresso a Bari il suo parere riguardo alla presunta connessione tra il governatore della Puglia Michele Emiliano e la mafia. "Emiliano, secondo me, non può aver avuto contatti con la mafia. Il suo errore è avere quell'aria così familiare. Sapendo che non ha nessun contatto vero con la mafia, dice di aver accompagnato Decaro dalla sorella di un boss. Decaro ci è rimasto molto male, tanto che questa cosa non la riconosceva. Emiliano la presenta come un modo per bonificare quel mondo, ma, essendo un gesto sospetto, poteva evitare di essere spiritoso. È un'ingenuità, per cui io sono garantista con Emiliano e ovviamente lo sono con il sindaco di Bari Decaro, e anche con il presidente della Regione Liguria, Toti".
Sgarbi ha poi proseguito, riflettendo sui conflitti tra magistratura e politica: "Abbiamo perso i grandi statisti della Prima Repubblica. Tutto quello che è venuto dopo è frutto di una violenza contro la politica dei partiti che sono spariti. Oggi non sei più di un partito, sei di un'area, e questo è forse un avanzamento ma anche una debilitazione della forza politica rispetto a persone che si rivelano non molto capaci".
Riguardo alle inchieste della magistratura su Bari e la Liguria, Sgarbi ha espresso il suo sospetto di un ritorno del conflitto tra magistratura e politica, definendolo un errore degli anni Novanta. "Ma sono inchieste bilanciate", ha affermato. "Qui a Bari ci sono inchieste che hanno indotto giustamente il sindaco Decaro a ribellarsi all'ipotesi di scioglimento. Collusione vuol dire un coinvolgimento mentale con la criminalità, che in questo caso non c'è. La criminalità potrebbe esserci in alcuni piccoli affari che riguardano i singoli ed eventualmente lo stabiliranno le indagini. Quella di Toti, a quanto si è capito dalle sue dichiarazioni, è un'indagine di carattere politico, forse un ultimo tentativo di alzare la testa da parte della magistratura rispetto alla riforma minacciata da Nordio e dalla Meloni".
Secondo Sgarbi, "ci può essere un presidente della Regione che favorisce qualcuno, ma non necessariamente perché intende farsi pagare quel favore, visto che deve dare autorizzazioni. Se, come detto da Toti, non è accaduto nulla di illegittimo, il caso allora diventa politico. Io sono stato il primo combattente contro Di Pietro all'epoca di Tangentopoli, ma oggi penso che fosse una coincidenza".
Dopo un interrogatorio "durato otto ore e mezza, o chiarisci o sei colpevole. Toti, se ha chiarito tutto, come credo, non deve dimettersi, deve andare avanti. Che fai? Paralizzi la Regione finché non decidono? È un atto politico grave e va interdetto non a vantaggio di Toti, ma della Liguria, così come a vantaggio di Bari è necessario che non ci sia lo scioglimento del Comune. Poi ora ci sono le elezioni, che fai, sciogli il futuro consiglio comunale?".
Sgarbi ha concluso sottolineando l'errore gravissimo di lasciare la città a un commissario. "La città deve ribellarsi, a destra e sinistra, contro uno scioglimento. Può essere una ragione di lotta politica, ma andrebbe abbandonata non per il garantismo, ma perché è necessario che le persone colpevoli paghino individualmente per le loro colpe. Non deve pagare un'amministrazione".
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